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Lorax. Il guardiano della foresta

Regia di Chris Renaud, Kyle Balda vedi scheda film

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La recensione su Lorax. Il guardiano della foresta

di supadany
6 stelle

Prodotto targato “Illumination entertainment”, reduce dall’enorme successo di “Cattivissimo me” ed il marchio di fabbrica si nota da alcuni lineamenti, come le case della cittadina ed alcuni personaggi (come i due scagnozzi di O”Hare), anche se le qualità principali sono insite nel messaggio che non si ferma all’apparenza, comunque volonterosa, dell’ecologia.

Per conquistare la bella Audrey, il dodicenne Ted decide di superare i confini invalicabili della sua città per cercare un seme di Truffula da piantare per poter regalare alla ragazzina la pianta.

Incontra Once-Ler, che possiede questo prezioso seme, ma prima di darglielo gli racconta la sua storia che si ricollega direttamente all’assenza di alberi, tanto da spronare ancora di più Ted nel portare a termine la sua missione con un fine più elevato.

 

 

Lo scenario è pieno di colori e fantasia a volontà, almeno in due settori su tre (il passato raccontato e l’interno della città vissuto nel presente), la narrazione alterna presente e passato, con personaggi a volte buffi (tanti animali lo sono anche se nessuno rimane indimenticabile), altre grotteschi in un assemble di toni che nasconde, almeno all’apparenza, considerazioni che vanno sicuramente al di là del bonario racconto per ragazzini con sfondo educativo.

Infatti se la morale è lampante, ovvero la natura va protetta e tutelata a partire dai gesti che può fare ognuno di noi nel suo piccolo, ed importante soprattutto per i più piccoli, buona parte degli adulti vengono descritti come sempliciotti che non sanno guardare al di là del proprio naso e che seguono la massa alla prima occasione utile senza pensare autonomamente.

Un atto di accusa alle mode che nascono dal nulla e che tutti seguono solo perché “cool”, dimenticandosi dei valori di base che ognuno invece non dovrebbe mai accantonare per nessuno motivo.

Per il resto l’umorismo funziona a sprazzi, il villain dell’occasione, un imprenditore che dalla scomparsa degli alberi ci ha fatto tanti soldi (e che quindi ostracizza un loro ritorno), è poco più di uno strumento narrativo, mentre il finale mi è parso fin troppo frettoloso anche in considerazione del fatto che si chiudono le storie sia del piccolo Ted che del vecchio Once-Ler che finalmente può dire di aver espiato le sue colpe di gioventù.

Tirando le fila, rimane un film d’animazione tecnicamente considerevole (ma ormai lo sono in tanti), con un buon messaggio principale ed un altro a complemento decisamente più insidioso (ed apprezzabile) che però non possiede personaggi “tormentone” e che anche nello sviluppo non sempre convince (ad esempio mi aspettavo molto di più da Lorax che non per niente da il titolo al film).

Più interessante che esaustivo.

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