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Hotel Transylvania

Regia di Genndy Tartakovsky vedi scheda film

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La recensione su Hotel Transylvania

di canaja
6 stelle

Il conte Dracula, vedovo e padre di una giovane vampira, ha fatto costruire un castello-hotel che ospita zombie, lupi mannari, mummie, streghe e quant’altro. Questo luogo è l’unico dove i mostri si sentono veramente a casa, senza umani che li disprezzano e senza bisogno di nascondersi nell’ombra.

Mavis, la figlia del conte, sta per festeggiare il suo 118° compleanno, anniversario che segna il passaggio alla maggiore età per i vampiri.

All’Hotel fervono quindi i preparativi per la festa della ragazza, il cui desiderio più grande è quello di poter uscire dal castello per conoscere il mondo e gli umani.

Il padre tenterà in tutti i modi di dissuadere la figlia, ma i suoi piani saranno stravolti dall’arrivo di un giovane… umano.

Prodotto dalla Sony Pictures Animation e diretto da Genndy Tartakovsky, Hotel Transylvania è una pellicola probabilmente migliore sulla carta che nella pratica. La prima parte del film è un accumulo sfrenato (ed eccessivo) di gag che, come spesso accade in questi casi, finisce per soffocare anche le trovate più simpatiche. Il ritmo con cui si sussegue la presentazione dei bizzarri personaggi vorrebbe essere vorticoso e trascinante, ma appare più che altro caotico e dispersivo.

La situazione migliora verso metà pellicola, quando la storia diventa più strutturata e meno episodica, con la figlia che scopre i trucchi escogitati dal padre per “proteggerla” dagli uomini (in generale e da uno in particolare!) e il padre che, anche assieme agli altri mostri, deve fare i conti con i suoi pregiudizi sugli esseri umani.

L’amore di Dracula per Mavis e l’inaspettata solidarietà di un singolare gruppo di persone permetteranno alla vicenda di evolvere e concludersi nel migliore dei modi.

E’ proprio in queste circostanze che si trova quello che la pellicola tenta di comunicare, cioè che l’amore e la solidarietà sono le risposte migliori da darsi di fronte alle domande legate alla paura dell’altro. E - pur con qualche ingenuità e semplificazione - il messaggio arriva allo spettatore.

Un’ultima osservazione, sul doppiaggio. Discreta la prova di Claudio Bisio nel ruolo di Dracula, che nella versione originale ha la voce di Adam Sandler (anche produttore esecutivo del film). Brava Cristina Capotondi (Mavis). Banale e irritante la scelta di doppiare alcuni personaggi secondari con accenti dialettali.

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