Regia di Måns Mårlind, Björn Stein vedi scheda film
Lo vedo o non lo vedo?
Ma sì dai, lo vedo!
Essendomi gasato alquanto con tutti i precedenti episodi (un po’ meno col sequel-prequel dove compariva l’adorabile Rhona Mitra) mi son detto che sarebbe valsa la pena dare uno sguardo anche a questo Underworld – Il risveglio, benchè poco apprezzato dalla critica...
… E ci credo! Ora, proprio tempo buttato non si può dire che sia stato (90 minuti di film, d’altronde, sono pochini pochini…ma dipende dalla qualità del film!), ma all’ennesima fantasiosa giravolta con triplo salto carpiato in avvitamento, in esclusiva funzionale allo spietato dissanguamento dell’ennesimo nemico di turno (umani, lycans e chi più ne ha più ne metta) un po’ di surriscaldamento dei neuroni cerebrali è risultato inevitabile. E non è proprio il massimo da un franchising che - a parte il capitolo con la bella Mitra - aveva abituato a qualcosa di più.
È vero che la veste grafica è più o meno lo stessa, anzi; c’è più “animosità”, più foga, più “truculenza”… Ma ciò, tuttavia, non significa che ci sia più “cervello”. Il che è come dire che risulta del tutto conclamato un serio deficit di spessore narrativo; nonchè di quell’aura da leggenda gotica e buia che, ai primi due capitoli della saga, aveva conferito, oltre che una considerevole intensità drammatica, un minor dissidio con l’esigenza della sospensione dell’incredulità.
La storia narrata in questo film - in altre parole - è semplice semplice; troppo semplice. Sempliciotta, via. Il livello rimane, dunque, ben sotto quello dei primi due capitoli della saga.
E, nondimeno, le premesse per un ennesimo revival del filone sono state immancabilmente poste. Ed è quasi partito il countdown (si parla del 2015).
Ma se il trend è in caduta libera non ci si può (ahimè!) che preparare al peggio! Una feroce lotta, tutti contro tutti, alla ricerca di una (impossibile, diciamocelo) pace “familiare” perduta? Ancora più violenza gratuita? Tutto oramai è già stato visto. Tutto è stato detto (anche meglio, per l’appunto).
Insomma, uomo avvisato (il sottoscritto, tanto per incominciare) mezzo salvato!
Epperò ci tengo anch’io a puntualizzare, in conclusione, come questa pellicola (Underworld – Il risveglio), al netto di tutti i suoi limiti, trova nella protagonista, e in una concitazione ben servita, il suo valore determinante per non essere rigettata in toto (supadany).
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