Regia di David Cronenberg vedi scheda film
La fantasmizzazione e la digitalizzazione dell'orrore organico.
Parker è un morto che cammina, uno spettro che cerca l'annientamento. La limousine protegge e amplifica la profondità del suo vuoto esistenziale; lo scherma dalla pulsante orda di zombie romeriani che si muovono febbrilmente per la strada; lo separa dal pericolo della natura umana, dal rischio, dallo stimolo, dalla vita.
L'abisso del protagonista, di conseguenza, è tutto tranne che disperato: non è esplosione, ma implosione. E' una mancanza interiore, quasi primitiva; è l'esigenza di sentirsi carne, deformi, umani prima di ogni altra cosa. Eric raggiunge una sorta di asettica perfezione: la bellezza, i soldi, i numeri, i conti mascherano l'ansia d'esistere, il male di vivere. Il suo è un allontanamento meccanico e intellettualizzato dal mondo, dalla natura. E' un dimenticare il sublime sapore dell'imperfezione. Un freddo possedere e mai possedersi. Parker è macchina vivente, un automa, la parte ineccepibile e metallica dell'umanità, il quale, per sentirsi finalmente bruciare, deve necessariamente incontrare l'altra parte di se, deve assaporare e fronteggiare l'indispensabile perdizione, il proprio riflesso, la materializzazione umana di quella prostata asimmetrica: la propria parte sbagliata, deforme, inutile, rigettata, umana. L'uomo.
La limousine: controcampo di Crash; spermatozoo che viaggia a ritroso, attraversa il tempo/corpo per ritornare all'origine, alla fecondazione iniziale in cui tutto muore e tutto nasce - il ventre materno. Il barbiere: l'unico punto fermo e stabile, la memoria del protagonista; lo specchio dei ricordi d'infanzia, l'appiglio che avvicina all'emozione primigenia dimenticata, alle sensazioni più vecchie, primordiali ; più vicino possibile all'utero che accoglieva la totalità della vita, la purezza carnale, incontaminata e pulsante. Il tempo scorre e si fonde con Parker, diventando un'unica entità, come due gemelli Inseparabili, fino ad imbattersi nell'imperfezione corporea e fisica : la prostata asimmetrica, il big bang cronenberghiano nel quale ha inizio ogni cosa. La psicologia del protagonista è in continua evoluzione: egli ha superato la condizione di "essere umano qualunque", raggiungendo la consapevolezza del proprio male di vivere, della propria spettralità esistenziale. Ecco quindi la spasmodica e silenziosa ricerca del suo alter ego, della fine/inizio essenziale, sublime.
La naturalezza del mondo non esiste più, si è persa. Cronenberg racconta l'assuefazione dell'uomo (moderno) nei confronti della logica del computer, del calcolo asfissiante; l'adagiarsi ad un universo automatizzato. Muoversi e cibarsi di numeri infinitesimali. Sprofondare in quest'universo intellettualizzato. I desideri soffocati ribollono dentro il protagonista, nelle profondità del proprio corpo ; ora la sua personalità denaturalizzata si dilata, ricercando la propria forma primordiale e originale. Eric cambia atteggiamento, diventa consapevole delle proprie necessità esistenziali nonché corporee : cerca inesorabilmente l'imperfezione ; l'urgenza del dolore fisico, il bisogno di sentirsi tangibili, l'esigenza della morte per scoprirsi finalmente vivi, carne prima di tutto.
Le informazioni diventano atroci, si dimentica il sapore della lacerazione. E' il bisogno represso di sentirsi eccitato, come una malattia. La mancanza di passioni travolgenti, Il bisogno di chiudere un qualcosa che è appena cominciato. Le idee si fondono con il tessuto della vita quotidiana: si diventa pura informazione, fredda matematica che respira, cammina, scopa. Il futuro è destinato a fallire, è insistente. Ecco la necessità di stordirsi fino alla vertigine. Il dolore, la prostata asimmetrica è l'inizio, l'input interno, la scintilla che riaccende il suo castrato concetto di libertà, che lo porterebbe ad essere libero. Il primo passo verso la vita. Si va dal parrucchiere per tuffarsi nella fragilità della reminiscenza, per sentire nuovamente pulsare quest'esistenza in stallo ; ecco che il parrucchiere diventa un'associazione di idee, vita. Bisognerebbe allontanarsi dalla prevedibilità, dalle pianificazioni, dalle precauzioni - assaporare il pericolo, il mondo. E' ora di ricongiungersi con la propria nemesi. Parker determina consapevolmente la sua rovina, perché ha la presa di coscienza. Lui è entrato volontariamente in quell'appartamento nonostante sappia di trovare la sua fine. Ecco la presunzione, l'assenza di rimorso, l'intuizione di una morte prematura, lontani dai dubbi : vuole autodistruggersi più degli altri, più è in alto più avrà un crollo straordinario. Un Icaro già caduto tanti anni fa, secoli fa, che finalmente vuole vivere : Morte e Vita si scambiano i ruoli, il significato. Eric vuole finalmente bruciare, ritornare all'origine della vita, al senso dimenticato dell'esistenza. L'invisibile incontra il visibile. Lo spettro incontra il corpo. Due facce della stessa apocalittica medaglia. La violenza in realtà richiede un progetto, impegno, una motivazione ; sarebbe un banalizzare la propria dipartita, meccanizzarla, spogliarla dal proprio fascino incontaminato ; ecco che quindi l'unico modo di crollare è farsi uccidere da colui che non è contro la ricchezza, da colui che non ha fantasia, che non ha reali motivazioni per ammazzare, nessun movente. Sta semplicemente "dall'altra parte", è il proprio riflesso umanamente decodificato. La prostata asimmetrica è l'imperfezione che sconfigge la precisione, ciò che vibra dall'interno, che esige diventare parte integrante, staccarsi dall'apatia vitale, dalla freddezza di un mondo computerizzato, senza morte. Carne, corpo prima di mente. Ecco l'importanza dell'asimmetria , di ciò che è sbilanciato. La risposta è nell'anomalia, nel suo corpo e nel suo reprimere inconsciamente le pulsioni esistenziali ; non è in tutti quei calcoli, in tutti quei numeri, in tutta quell'automatizzazione del mondo. Ecco la caduta di Icaro, tanto attesa. La Vita e la Morte che si abbracciano, si scambiano i ruoli per un solo momento che durerà per sempre. Completarsi a vicenda.
Cosmopolis è il collasso definitivo della materia cronenbergiana; è l'implosione finale di tutto il cinema del regista canadese.
La lipotomia della carne.
L'(ultimo)urlo soffocato di David Cronenberg, come fosse la sua opera definitiva, ovvero l'ineluttabile apocalisse corporea. Il suo (capo)lavoro conclusivo.
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Cosmopolis è, in tutti i sensi, il film più capitale del XXI secolo.
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