Regia di David Cronenberg vedi scheda film
Forse sono io a non aver colto il senso di questo film, ma mi sono annoiato considerevolmente. David Cronenberg mi aveva impressionato con il suo “A Dangerous Method” dell’anno precedente. Qui, credo di poter parlare della classica buccia di banana da parte di un autore capace di ben altre prestazioni. Non c’è alcuna trama. Un giovane uomo d’affari attraversa New York a bordo di una interminabile limousine bianca, scortata da altre limousine identiche. Riceve visite, incontra l’altrettanto ricca moglie, deve difendersi da una minaccia di morte, si fa scrutare la prostata da un medico, scopa e piscia in macchina, parla, parla, parla e finisce con l’incontrare il suo potenziale assassino. Edificante! Sembra che David Cronenberg non abbia capito il senso del suo film precedente. Qui c’è da fare appello ad un intervento psicoanalitico serio. Lo stesso autore sembra suggerirlo attraverso il dialogo finale tra il protagonista e il suo eventuale carnefice, un Paul Giamatti sempre in gran forma, ma di gran lunga insufficiente per riscattare un’operazione fallimentare. La presunta stravaganza delle situazioni mostrate e il vuoto intellettualismo di contorno mi hanno ricordato il peggiore Jean-Luc Godard, quello degli anni ’80, del periodo “maoista” per intenderci. Mi chiedo altresì come siano caduti in questo tombino newyorkese attori come Juliette Binoche e Mathieu Amalric.
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