Regia di David Cronenberg vedi scheda film
Cronenberg omaggia Bresson costruendo una sorta di remake in chiave moderna de Il diavolo probabilmente. I protagonisti sono giovani in piena crisi esistenziale che parlano con voce monocorde e mimica inesistente esprimendosi attraverso dialoghi molto densi e pregni di significato, spesso inutilmente cervellotici ma sicuramente istruttivi. C'è in Cronenberg un taglio più moderno, un'estetica più sopraffine ed una carnalità più esplicita ma vedere Cosmopolis è un po' come leggere Così parlò Zatathustra, immergersi in un'enorme e gratificante riflessione sull'esistenza ed uscirne in qualche modo cresciuti ma stanchi. La differenza è che mentre Nietzsche era relegato alla bidimensionalità del foglio, i due registi dalla loro avevano il mezzo tridimensionale e non possono bastare i contenuti ed una discreta estetica per rimuovere la sensazione che si sia di fronte ad un attore che senza alcun trasporto legge un saggio di filosofia. Diedi due stelle a Bresson, non posso fare altrimenti con questo lavoro di Cronenberg che comunque ne segna una forma di cambiamento. Consigliato solo a chi ama certo cinema.
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