Regia di James Watkins vedi scheda film
Primo film della neorinata Hammer a giungere in Italia (inediti i precedenti The Resident e Wake Wood), segna il ritorno della casa di produzione al proprio territorio elettivo: il gotico. The Woman in Black è una ghost story vittoriana dal romanzo di Susan Hill, sceneggiata da Jane Goldman, con un occhio agli horror nipponici e interpretata da Daniel Radcliffe. Il 22enne attore inglese, smessi i panni di Harry Potter, riuscirà ad affermarsi come star? Il regista James Watkins, all’opera seconda dopo il buon esordio con l’horror Eden Lake (mai uscito in Italia), ne è fin troppo convinto. Nei panni di un avvocato londinese, inviato a sbrigare le pratiche di una defunta in un remoto villaggio, Radcliffe riceve innumerevoli primi piani ma non ha il carisma per sostenerli, tanto che le bambole risultano più espressive di lui. D’altra parte le bambole sono bellissime e sinistre: The Woman in Black ha infatti il suo punto di forza nel fitto décor degli interni e nell’ambientazione, in una casa infestata collegata alla terraferma da uno stretto sentiero, sommerso quando si alza la marea. Luoghi genuinamente tetri, immersi nella bruma e con l’immancabile villaggio popolato di superstiziosi. Purtroppo il setting può solo fino a un certo punto: la trama è povera, i tempi si dilatano e l’epilogo è stucchevole. L’apprezzabile tentativo di ricreare le atmosfere paurose di una volta è condotto in bella calligrafia, ma rimane sulla carta.
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