Trama
Il giovane avvocato Arthur Kipps (Daniel Radcliffe) è vedovo da quando è nato suo figlio ed accetta di trasferirsi per un breve periodo di tempo in un piccolo villaggio sperduto vicino a Londra per seguire da vicino le pratiche relative all’eredità della signora Drablow, solitaria e misteriosa anziana da poco deceduta. Per Arthur si tratta di un lavoro importante perché da quando ha perso la moglie la sua vita professionale non ha più girato per il verso giusto. Anche questo incarico si dimostrerà pieno di imprevisti e trascorrendo le notti nella tetra e isolata dimora della defunta, si troverà di fronte a un’oscura presenza in cerca di vendetta che gli renderà la permanenza sul posto un vero inferno.
Approfondimento
PERFETTO DA FAR PAURA
Alla Hammer, famosa casa di produzione specializzata in film horror su Frankenstein e Dracula dal basso budget ma dal grande ritorno economico e critico, l'idea di produrre una storia basata sui fantasmi cominciò a circolare già nel lontano 1976, quando Anthony Hinds, discendente del fondatore della casa di produzione, scrisse al socio Michael Carreras, figlio del cofondatore, per sottolineare lo straordinario successo del film Lo squalo (1975), una storia che giocava con le paure innate dell'uomo. Pensando a qualcosa che incutesse timore a chiunque, Hinds individuò nei fantasmi il soggetto perfetto per un buon film ma mancavano le sceneggiature adatte da trasporre sul grande schermo. Nell'attesa che la giusta storia arrivasse, la Hammer si è poi dedicata alla produzione di antologie televisive producendo la serie Hammer House of Mistery and Suspense che, per ironia del destino, debuttava sullo schermo nel 1983, stesso anno in cui Susan Hill dava alle stampe il romanzo The Woman in Black.
La storia della Hill viene riadattata una prima volta per una rappresentazione teatrale del 1987, diretta da Stephen Mallatratt, che ottenne uno straordinario successo, tanto da rimanere in cartellone per oltre due anni. Nel 1989, invece, il regista Nigel Kneale ne realizzò un tv movie da mandare in onda il giorno di Natale ma, nonostante il riscontro di pubblico, molti spettatori storsero il naso per le libertà creative che Kneale si era preso nel trasporre la storia.
Nel febbraio del 2010, la Hammer ha acquisito infine i diritti del romanzo originale e, promettendo di mantenere le stesse atmosfere, ha dato il via alla produzione affidando la sceneggiatura a Jane Goldman, reduce dal gradimento del film cult Kick-Ass (2010).
SCELTA DEL CAST
Quando il regista James Watkins, a cui si deve il controverso Eden Lake (2008), è stato contattato dalla produzione del film, si trovava impegnato nella realizzazione di un altro progetto horror. Tuttavia di fronte alla richiesta della Hammer non ha saputo dire di no, rimanendo impressionato dalle atmosfere gotiche che la Goldman aveva provveduto a ricostruire in un crescendo di coinvolgimento emotivo e paura, capaci di scuotere i nervi e ricordare le atmosfere di Hitchcock e Argento.
Per il ruolo di Arthur Kipp, la Hammer ha chiesto al regista di prendere in considerazione il nome di Daniel Radcliffe, l'attore ventenne la cui fama si estende per i cinque continenti grazie al personaggio del maghetto Harry Potter, da lui interpretato. Volando da Londra fino a Los Angeles per incontrarlo, Watkins lo ha convinto personalmente ad accettare la parte, chiamandolo a una sfida inedita dopo la fine della saga che lo aveva visto acclamato da milioni di ammiratori. Così, rifiutando il ruolo di protagonista nel progetto italoamericano Un giorno questo dolore ti sarà utile (2011), Radcliffe si è interessato sin da subito a The Woman in Black, occupandosi in prima persona anche del trucco, dei costumi e dell'uso delle luci. L'obiettivo era quello di cancellare dalla memoria di tutti la figura di Potter, provvedendo a costruire il personaggio di un padre appesantito dal dolore e dalla sofferenza.
Accanto a Radcliffe, Watkins ha preteso nel suo cast la presenza di due affermati attori come Ciarán Hinds nel ruolo di Mr Daily e Janet McTeer, futura candidata all'Oscar per il ruolo in Albert Nobbs (2011), nella parte di sua moglie. Lavorando, poi, con il designer di produzione Kave Quinn e il fotografo di scena Tim Maurice-Jones, il regista ha preteso per il film un set che ricreasse fedelmente le atmosfere degli arredamenti in stile edoardiano. In particolar modo, gli ambienti di casa Eel Marsh, dove Kipp incontra la spettrale donna in nero, sembrano uscir fuori direttamente da un film Hammer degli anni Cinquanta, grazie a una commistione di elementi barocchi e all'uso di una gamma di colori tendenti al viola, al blu scuro, al rosso cremisi e al nero: colori tipici della decadenza e della morte e capaci di assorbire e attenuare anche la luce naturale.
SEGRETI DI LAVORAZIONE
The Woman in Black presenta numerosi elementi tipici dei film Hammer che i fan storici si divertiranno a riconoscere: case e posti isolati, luoghi che lasciano presagire orribili sensazioni, folla di gente arrabbiata e al tempo stesso impaurita e il mitico cimitero di Black Park, già set di numerosi horror tra gli anni Sessanta e Settanta. Quasi tutta la pellicola è stata girata senza ricorrere all'applicazione di effetti speciali digitali.
Gli unici interventi, imposti nella fase di post produzione, sono quelli che riproducono le atmosfere che circondano l'arrivo e la partenza di Arthur dalla casa dei misteri. La scelta, però, più che da ragioni artistiche è stata dettata da esigenze produttive: l'isola di Osea, nell'Essex, in cui si è girato gran parte del film, è costantemente circondata dall'alta marea e il tempo a disposizione per riprendere l'innalzamento delle acque era esiguo. Allo stesso modo si è dovuto ricorrere agli effetti speciali per girare la scena in cui Arthur scompare nella nebbia.
Note
The Woman in Black ha il suo punto di forza nel fitto décor degli interni e nell’ambientazione, in una casa infestata collegata alla terraferma da uno stretto sentiero, sommerso quando si alza la marea. Luoghi genuinamente tetri, immersi nella bruma e con l’immancabile villaggio popolato di superstiziosi. Purtroppo il setting può solo fino a un certo punto: la trama è povera, i tempi si dilatano e l’epilogo è stucchevole. L’apprezzabile tentativo di ricreare le atmosfere paurose di una volta è condotto in bella grafia, ma rimane sulla carta.
Trailer
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Commenti (5) vedi tutti
Ghost story di alto livello lenta e immersiva che si lascia ricordare. Meravigliose le scenografie.
commento di Yayas82Ghost story tipicamente inglese non riuscitissima .
leggi la recensione completa di daniele64Ambientazione ben curata e adatta al tema,atmosfera inquietante discreta,spaventi rari.Tutto molto suggestivo ma si poteva fare di più.
commento di wang yuUn horror freddo e glaciale con un Radcliffe tutto sommato accettabile.Targato Hammer dei giorni nostri ha il pregio almeno di non far sfigurare i film del suo gia' immenso catalogo degli anni passati.Discreto e vedibile.
commento di ezioBelle le atmosfere paurose, i luoghi tetri e l’affascinante, ricca e cupa villa vittoriana. Stucchevole il film, inespressivi gli attori, comico l’horror.
commento di ottobyte