Regia di David Fincher vedi scheda film
David Fincher ha strutturato questo film come i motori diesel di un tempo ... per girare al regime normale avevano bisogno di 'riscaldarsi'. Cosicché la prima parte del film (30mm.) rappresenta un thriller moscio, finchè la coppia formata dal giornalista Mikael Blomkvist (Daniel Craig, che sino ad allora sembrava uno 007 inebetito) e dalla hacker Lisbeth Salander (Rooney Mara) non si incontrano ed è solo allora che il film entra in palla con l'azione ed una leggera tensione che lo rende thriller (anche se io lo definirei più un giallo). Il film senza raccontare nulla sugli episodi narrati e che restano sullo sfondo, è fatto di fuoco, stupri, torture e religione che si mixano senza riuscire a scandalizzare lo spettatore. Ci sono un paio di scene piuttosto cruente e recitate anche piuttosto bene dalla hacker, interpretata da Rooney Mara (che si immedesima così tanto nel personaggio, da far sorgere dubbi o cetezze sulla sua stessa personalità, ed è lì che spicca la bravura dell'attrice, nel riuscire a mischiare recitazione e realtà) che evidenziano il tema dell'abuso sulle donne, di quest'ultime usate dagli uomini come mero oggetto dei loro più insani pensieri, gesti o sfoghi ideologici. Senza entrare nella visione dei turpi racconti di torture e stupri cui si fa cenno, il regista con quelle due scene rappresenta il dramma racchiuso nel messaggio che vuole proporre. Tema e obbiettivo raggiunti di certo senza inutili e demagogici moralismi, ma rappresentati con uno spicchio di violenza, che non è fine a se stessa (malvagia) ma è strumentale allo scopo, denunciare il problema. In questo David Fincher si è dimostrato capace. Non tutto brilla a pieno, forse la sceneggiatura poteva essere migliore e anche la suspance nella prima parte poteva coinvolgere di più lo spettatore, ma nel complesso trattasi di discreto film che merita un 6+ pieno.
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