Regia di David Fincher vedi scheda film
Diciamocelo chiaro: se questa di Fincher fosse stata la prima trasposizione filmica dell'omonimo romanzo di Larsson, si sarebbe gridato al capolavoro. Cinematograficamente, infatti, il suo "Millennium" rasenta la perfezione. Cupo, malsano, morboso, brutale. Teso come una corda di violino, più interessato alle interazioni limite che allo sviluppo del thriller, tiene lo spettatore incollato alla poltrona nonostante questo sappia già esattamente (o quasi) che cosa lo aspetti nella sequenza successiva. Da un punto di vista tecnico, fare un qualsiasi confronto con l'originale svedese sarebbe come sparare sulla croce rossa. Montaggio fluido ed impeccabile, una fotografia gelidamente noir, titoli di testa cyberpunk che chiariscono immediatamente la cifra stilistica dell'intera opera che si riflette anche nella stridente colonna sonora firmata Trent Reznor ed Atticus Ross e culmina nella selvaggia ed androgina irrequietezza di una protagonista formidabile. È probabilmente vero che Lisbeth Salander, nell'immaginario collettivo, avrà sempre le fattezze e l'indiscusso carisma di Noomi Rapace ma signori, credetemi, la prova offerta da Rooney Mara nel medesimo ruolo è a dir poco entusiasmante. Ovvio che per attori come Craig, Skarsgard o Plummer, fosse facile passare il confronto con gli insipidi predecessori scandinavi, molto meno scontato era il fatto che un'attrice emergente riuscisse a reggere il passo con una sorta di mito moderno. Eppure l'esperimento riesce a pieno e consacra la risoluta ragazza che un anno prima infrangeva il cuore di Mark Zuckerberg in un pub e che qui si evolve ulteriormente imperversando senza mezze misure come una mantide padrona del suo destino. Il personaggio lo permette, il regista la valorizza come pochi altri sanno fare ed il gioco è fatto, il miracolo compiuto. Il vero dramma è che nonostante tutto quest'oggettivo ben di Dio, rimane il problema insormontabile di una produzione tutt'altro che necessaria, quello di un remake arrivato troppo a caldo, troppo presto per poter sfruttare appieno il proprio potenziale scenico. Aspetto, questo, impossibile da trascurare e che mortifica inevitabilmente il lavoro di un cineasta gigantesco. Non resta altro che consigliarlo come prima visione a chiunque non abbia ancora approcciato la celebre trilogia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta