Regia di Luigi Zampa vedi scheda film
IL MOSTRO è un pezzo di bravura del nostro cinema di quegli anni. e parla di tutti noi, anche oggi. gran film che cresce di visione in visione
questo insieme a baby sitter(sempre con la rome e la schnieder e pozzetto)è un film che vedevo ogni tanto almeno due millenni fa. entrambi mi avevano un pò scombussolato. però il film di zampa non è male. innanzitutto offre a dorelli un ruolo a tratti veramente sgradevole, accentuato anche dalla sua recitazione sopra le righe ma mai fastidiosa e poi è un film che nonostante sia un pò sempliciotto, è ancora capace di immettere un pò di inquietudine. dorelli insulta a piene mani il film thriller che ad inizio film va a vedere con l'adorato figlio luca. escono alla fine del primo tempo e dorelli scarica merda a badilate sul filmaccio come del resto si faceva in quel periodo riguardo ai cosiddetti film di serie "b". poi esce e insulta una anziana che si reca a vedere il suddetto filmaccio. insomma, il padre e l'uomo che dorelli delinea non è proprio un modello esemplare. arrivati a casa dalla ex moglie gli insulti continuano, dati e ricevuti in un set concitato sotto gli occhi del figlio che assiste in silenzio. l'uomo che dorelli costruisce è un giornalista frustrato che viene sbattuto a rispondere alle lettere di una rubrica per donne. in anni di terrorismo, che vengono suggeriti ma mai presentati in pieno anche se in una qualche maniera si percepiscono, dorelli è uno sciacallo(come lo dipinge dettagliatamente la ex di fronte al figlio)che approfitta degli avanzi altrui fino a quando mediante lettere anonime un assassino gli consegna l'occasione per cominciare l'arrampicata sociale. insieme al figlio del proprietario del giornale, costruiscono la fortuna del giornale, tutta incentrata sul MOSTRO. e anche se il disvelamento finale rimane un pò goffo e tutte le caratteristiche del thriller sono derivative dalle pellicole di serie "b" sapientemente maltrattate all'inizio e utilizzate un tanto all'etto, nondimeno conserva un fascino malsano. l'uomo dorelli si consegna nelle mani del mostro, partorito come in un film di cronenberg, guardandosi direttamente negli occhi come in uno specchio. ha consegnato alla progenie un testimone di sangue, risultato del proprio modo di pensare, parlare e comportare.
rivisto ieri sera mercoledì 20 settembre 2023, il film conserva le suggestioni descritte.
in pieni anni di piombo, il film è saturo di quel periodo; il suo personaggio è un isterico insoddisfatto che se la prende con tutti, poichè tutti sono responsabili del suo fallimento come marito e professionale.
non c'è un personaggio che venga anche solo lontanamente descritto con simpatia dal regista; o sono tutti arrivistelli arroganti che servono il più potente e discreditano quello sotto di loro offedendolo di fronte a tutti.
o sono bimbi piagnucolosi e impauriti, mal cresciuti.
il lettore di giornali viene considerato un deficiente che non legge se non titoli sensazionalistici e scandalistici; e viene trattato da dorelli e e dal figlio dell'editore messo alla prova, come un pesciolone che deve essere imboccato di sciocchezze e magari anche inventate.
tedeschi interpreta un vecchio attore incastrato in un programma per bambini, che sbotta e inveisce contro l'operatore delle luci.
la rome una cantante avvenente che vuole a tutti costi sfondare nel mondo dello spettacolo, arrogantella e poco simpatica.
palmer un imprenditore sul lastrico che grazie al mostro, vede le vendite del suo scadente rossetto da grande magazzino popolare, subire impennate insperate.
la ippoliti interpreta la moglie di dorelli, dipinta come una triste casalinga occupata solo a mettersi rossetto e rendersi attraente per la sera, occupata a denigrare il marito di fronte al figlio.
insomma di terrorismo non si parla, ma se ne tocca e se ne respira la presenza in ogni momento, nella tensione sempre lì lì per esplodere, che frigge intorno ad ogni personaggio.
e se avevo liquidato il finale in fretta e furia, non dimentichiamoci che i film una volta a vevano una durata irrinunciabile...
il finale è di un'amarezza unica; arrivato si fa per dire a poter pensare di avere una carriera, dorelli si abbandona contro il muro di casa e si abbandona alla certezza del proprio disastro come padre ed essere umano senziente.
non può che consegnarsi disarmato, nelle mani di ciò che ha creato con la propria acredine, insoddisfazione e crudele cattiveria.
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