Regia di Cameron Crowe vedi scheda film
Il cinema di Cameron Crowe è costellato di uomini che si alzano dall’orlo del pre-
cipizio e ripartono da zero: come Jerry Maguire e Drew Baylor prima di lui, anche Benjamin Mee fa tabula rasa e, rimasto vedovo con due ragazzini da crescere, molla tutto e si compra una casa in campagna. Nel pacchetto, però, è compreso un fatiscente zoo e una squadra di bislacchi guardiani, capitanati dalla mascolina Kelly (Scarlett Johansson, che comprime le sue forme nella divisa da veterinaria): Benjamin e prole riusciranno finalmente a elaborare il lutto lanciandosi nell’avventura di riavviare il malandato giardino zoologico. C’è poco più di questo, nel film che segna il ritorno di Crowe al cinema di finzione 7 anni (e 2 ottimi doc musicali) dopo Elizabethtown: una storia vera, inzuppata di buoni sentimenti, in cui tutto fila liscio e prevedibile verso un happy ending inesorabile. Troppo melenso perfino per il cinema solare del regista, che per la prima volta nella sua carriera sceneggia non da solo ma a quattro mani con la perniciosa e zuccherina Aline Brosh McKenna (Il diavolo veste Prada). Restano nel cuore, però, l’interpretazione energetica di Matt Damon, la colonna sonora (come sempre nei film di Crowe, strepitosa) di Jónsi e la capacità del regista di rendere epica ogni storia d’amore: la sequenza in cui Damon inscena per i figli il colpo di fulmine per la loro mamma è un piccolo, bellissimo film a sé.
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