Regia di Charles Martin Smith vedi scheda film
Classica vicenda infarcita di buoni sentimenti a go-go, e scandita dal rapporto uomo-animale, anche se presenta qualche punto di vantaggio rispetto alla marea di prodotti analoghi per origine in quanto alcuni aspetti (come la volontà di affrontare la disabilità con lo spirito giusto) meritano sempre di avere spazio e risalto.
Certo è altrettanto vero che tante altre cose rischiano seriamente di essere stucchevoli.
Sawyer (Nathan Gamble) è un ragazzino solitario che vede la sua quotidianità cambiare quando s’imbatte in un delfino ferito e spiaggiato.
Tra i due nasce fin dalle prime battute un rapporto particolare, Sawyer farà di tutto, assieme ai membri di un centro ospedaliero per animali acquatici per curarlo anche quando la situazione pare disperata, tra la difficoltà dell’animale ad accettare una protesi necessaria e quelle economiche che vedono il centro a rischio chiusura.
E’ un po’ la sagra dei buoni sentimenti che a tratti finiscono anche con l’essere parecchio appesantiti (se la partecipazione dei bambini è accettabile, quella degli adulti pare un po’ troppo ostentata), ma in fondo quando arriva il momento giusto l’emozione scaturisce inevitabile e con una certa forza.
Merito soprattutto dei più giovani (nel caso di Sawyer si tratta del più classico processo di maturazione) e del delfino Winter (il film è ispirato alla sua storia incredibilmente vera), mentre seppur abbiano poco spazio i grandi “vecchi” Morgan Freeman e Kris Kristofferson (soprattutto il primo ha un paio di battute brillanti) sono presenze che non si rinnegano mai (anzi).
Vicenda dunque semplice e lineare, se vogliamo anche scontata (“e vissero tutti felici e contenti”), ma che in fondo compie il suo onorevole lavoro offrendo cento minuti di spettacolo ordinario (così come la confezione nel suo insieme), ma gestito con correttezza e segnato anche da qualche spunto in più (anche se ogni tanto si teme il peggio).
Tutto sommato accettabile (dopo di che faccio capire il senso che possa avere il seguito ormai pronto).
Tutto secondo copione.
Qualche buon (ed estemporaneo) slancio e parecchia retorica.
Sufficiente giusto per l'abnegazione.
La sua presenza è estemporanea, ma dall'alto della sua stazza attoriale regala i momenti migliori del film.
Sempre grande (qui con tutti i limiti imposti dalle circostanze).
Ruolo facile facile, ben fatto, ma che non offre una gran rivalsa.
Pienamente sufficiente.
E' sempre piacere rivedere in scena un gran "vecchio" come lui, che sprizza esperienza da ogni espressione.
Dopo di che non è certo questo il film per lasciarsi andare a grandi complimenti.
Pienamente sufficiente.
Francamente è fin troppo ordinario, chiaramente il ruolo non aiuta affatto, ma si poteva fare tranquillamente di meglio.
Piccola parte che non lascia il segno.
Non si fa notare più di tanto, ma nella leggerezza del clima generale fa la sua parte.
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