Regia di Gavin O'Connor vedi scheda film
Reduce con tutti gli onori da una delle sporche guerre di W. Bush, Tommy torna a casa malconcio nel corpo e nella mente e decide di partecipare a una gara di MMA (arti marziali miste). Peccato che il rivale sia il fratello Brendan, che ha bisogno dei soldi del premio per raccattare i pezzi della sua famiglia. Per farsi allenare, Tommy chiede aiuto al padre, un pugile ubriacone irlandese interpretato da Nick Nolte. Ecco, basterebbero questo nome, Nick, e questo cognome, Nolte, legati a un ruolo simile, per giustificare il nostro entusiasmo. Se invece di fronte a Warrior di Gavin O’Connor preferiamo mantenere una certa freddezza è solo perché di film sul ring come metafora della vita ne abbiamo visti troppi, ed è assai difficile sorprenderci. Rispetto al meno coinvolgente The Fighter di David O. Russell, però, Warrior ha una diversa disciplina di combattimento, la MMA, più brutale del pugilato anche se meno nobile (vi risparmiamo la nostra reale considerazione di un mix di stili che di “artistico” non ha nulla), oltre al fatto che i fratelli tra loro combattono sul serio, e non solo psicologicamente. Anche qui, tra le varie esigenze di riscatto di questi figli del popolo non è difficile vedere una chiara e dura simbologia, perfettamente in linea con questi tempi di crisi. Se i vincoli del sangue sono come quelli sociali, basta un pugno di dollari per farli saltare, scatenando la guerra tra poveri.
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