Regia di Craig Viveiros vedi scheda film
TFF 2011 - Concorso.
Film carcerario solido e ben diretto. Un'opera prima che sembra tutto fuor che un esordio, come commenta Gianni Amelio durante la presentazione ufficiale. In una prigione inglese un detenuto di mezza eta' sta finendo di scontare la pena ma anziche' essere sollevato per la circostanza, soffre e si dispera per l'indifferenza che fuori lo aspettera', quando anche la propria compagna sembra definitivamente averlo abbandonato. L'arrivo di un giovane detenuto trasferito dal carcere minorile per sopraggiunta maggiore eta' spinge il piu' anziano a prendersi a cuore il destino del giovane indifeso, finito sotto le malsane attenzioni di un boss mosso da irrefrenabili istinti pederasti. Nasce un'amicizia sincera, che dura salda e compatta almeno finche' la realta' e la meschinita' umana non porteranno a galla tutta l'incredibile verita', in una combinazione tra casualita' cieca e destino ingiusto forse un po' troppo arditi nel contesto di una trama raccontata con efficacia e professionalita' navigata. Non raccontero' certo null'altro della trama perche' cio' significherebbe annientare le potenzialita' e il valore di un film che proprio perche' opera d'esordio costituisce un notevole valore aggiunto a questa forma d'arte e rappresentazione. Il volto triste, bello, importante e rassicurante di John Lynch, attore notevolissimo che vorremmo da decenni vedere molto piu' spesso, naso importante e volto dolente da cane bastonato, si completa con la presenza dell'altrettanto noto attore "kenloachano" Martin Compston, eterno ragazzino da oltre quindici anni. L'inquadratura finale straziante dei due mignoli dei protagonisti che si riavvicinano pian piano per una ritrovata solidarieta' dopo la tragedia nella tragedia e' il punto piu' alto e sensibile di un'opera pienamente riuscita ed efficace.
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