Regia di Michael Sucsy vedi scheda film
La memoria del cuore e', a mio sindacabilissimo e criticabilissimo avviso, uno di quei film che guardi e butti giu' senza che ti provochino la ben che minima reazione emotiva, nel bene e nel male. Un film scritto in modo corretto, interpretato da una coppia di attori belli e famosi che ce la mette tutta (ed in parte ci riesce, vedi Channung Tatum, qui bravo quasi quando e' diretto dal "suo" regista Dito Montiel) a rendersi credibile e a farsi apprezzare, una storia che ci spacciano per vera e che siamo disposti anche ad accettare come tale, un regista che senza strafare conduce ed orchestra in modo dignitosamente convenzionale. Ma e' pur sempre calma piatta, nonostante tutte (le tante) buone intenzioni.
La storia e' quella di una coppia di freschi sposini che, uscita da un cinema, mentre torna a casa sotto una nevicata che ha reso incantevole la gia' stupenda Chicago, viene coinvolta in un incidente stradale che ferisce lievemente lui, ma porta in coma per qualche giorno la moglie, facendole perdere i ricordi ravvicinati, e dunque completamente la figura del marito. Il quale con pazienza, ma non senza attimi di sconforto, si sforza di ricreare nella consorte amatissima tutti i presupposti e le circostanze che hanno creato quell'unione cosi' bella e salda. Tutto cio' affrontando per di piu' l'ostacolo rappresentato dagli invidiosi e un po' altezzosi genitori di lei, dalle grinfie dei quali la giovane era fuggita da tempo.
Pare si svolazzi vicino agli ambienti e alle situazioni di certa letteratura commerciale di Nicholas Sparks (quello da cui fu tratto il micidiale "Come un uragano" nemmeno molti anni fa): buono a sapersi, se gia' costui non rientrava nei miei interessi letterari, ora ho la certezza che lo evitero' con cortese sincero distacco. Qui (cinematograficamente) la situazione e' nettamente migliore che nel precedente sopra citato adattamento, (certo lei avvocato mancato riciclatasi in artista concettuale fa un po' ridere...., lui che commenta quella che crede una sua opera mentre invece e' materiale di scarto pronto per la rumenta pure...), ma siamo anche davanti (ed e' quello che mi sconcerta) ad una generale calma piatta che mi ha spinto durante la proiezione a guardare spesso l'ora sperando che tutto si risolva per il meglio (e il film giunga ai sospirati titoli di coda). Vabbe'....pazienza, in questa vuota estate cinematografica italiana poteva pure capitarmi di peggio.
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