Regia di Marco Berger vedi scheda film
la tensione è altissima. sembra di vedere un film di hitchcock. la carica elettrica è al limite, come quando il corpo è stretto tra una temperatura elevatissima ma l'aria si sta già riempiendo di un salvifico temporale che per un pò risistemerà le cose a livelli più accettabili. lo sguardo di marco berger alluviona lo schermo e lo sguardo dello spettatore con dettagli del corpo di martin. è dal dottore per la visita medica prima di nuotare. martin fa due o tre vasche, ma poi si ferma, si toglie gli occhialetti e fissa qualcuno. esce dalla vasca e vaga per gli spogliatoi cogliendo furtivi dettagli di uomini. poi escogita un piano per restare dal professore di nuoto la notte. martin è un bellissimo ragazzo dal viso e dallo sguardo un pò alieno che gioca a fare l'homme-fatale col profe, ma più che altro mettendolo in imbarazzo coi condomini. non serviva forse marco berger per raccontarci in immagini della tensione tra i corpi. ma marco berger però è molto bravo a raccontare i brividi che scorrono lungo la pelle di quei momenti che anticipano il bacio come conferma definitiva. un sigillo, un patto a riprova che qualcosa ha portato i due personaggi ad unire le labbra quale somma garanzia. in AUSENTE tutto ciò purtroppo avviene quando non è più possibile porre rimedio a nulla. vive solo come una cosa mancante, come un ricordo di qualcosa che tormenterà sebastian per lungo tempo.
a riprova del fatto che nulla è facile allo stesso modo per chiunque, i film di marco berger che vanno visti e rivisti più volte per godere appieno dei twist che sembrano forzati, ma sono solo mirabili "giochi" finzionali atti a titillare e soddisfare lo spettatore(un pò come nei porno migliori, dove la scopata e l'eiaculazione sono giusto la seppur gustosa ciliegina), in AUSENTE sebastian(un mesto, sciatto, trasandato e meraviglioso CARLOS ECHEVARRIA) prima tollera e pazienta con martin, scarrozzandolo per la città, poi lo ospita suo malgrado questionando pure al telefona con un'amica/compagna/ex(non ho capito o mi è sfuggito) e quindi si lascia irretire dall'acerba ma prorompente bellezza di martin(e JAVIER DE PIETRO è veramente moooolto bello), anche se costantemente a freno a mano tirato. se durante gli appelli non sentire rispondere nulla quando chiama martin è un misto tra delusione e vendicativa rabbia, quando quell'ASSENZA dimostra tutta la sua crudele significanza, sebastian cade!, crolla! rimane solo con i propri rimpianti e cede sotto le rimuginazioni e i ricordi. marco berger scrivendo e dirigendo sa esattamente cosa vuol comunicare e mostrare. pedro irusta(come poi nel capolavoro, per me, HAWAII) sua prolunga musicale lo asseconda con delle partiture musicale che non sono meri riempitivi sonori, bensì organi vitali che amplificano quelle inadeguatezze, quei dubbi, quelle incertezze che mettono i personaggi/attori/persone nella posizione di sbagliare, di ritirarsi, di non esperimentare, di provare paura, ma poi pure anche di rimediare.
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