Regia di Dino Risi vedi scheda film
Altro film manifesto della commedia italiana del geniale Dino Risi, anno 1963, recentemente restaurato, che rappresenta l' Italia e gli italiani del dopoguerra tramutati ormai senza rimedio in "Mostri" dal troppo benessere portato dal boom economico.
Un film diviso in venti storie e storielle più o meno brevi, piccoli films dentro il film, compiuti, precisi, completi di titolo: La musa, I due orfanelli, Come un padre, Il povero soldato, L'oppio dei popoli, La strada è di tutti, Latin Lover, L'agguato, solo per citarne alcuni, ironici, graffianti e affilati come lame di rasoio, impietosi e cattivi, quasi sempre al limite del grottesco.
Retto sulle spalle di due attori mostri sacri del cinema italiano, Gassman e Tognazzi, camaleontici e trasformisti, istrionici e assolutamente versatili, è diretto magistralmente da Risi e costruito su una sceneggiatura efficace e ben ritmata, tutto accompagnato da una colonna sonora che riprende le canzoni tipiche degli anni '60 di Edoardo Vianello, Sergio Endrigo, Nico Fidenco.
Le figure degli italiani che ne vengon fuori sono quanto di peggio ci si potrebbe aspettare, viziosi, falsi, ipocriti, bugiardi e approfittatori, volgari e cialtroni, privi di autentiche virtù, inseguono piaceri e benessere, lusso, soldi e fortuna senza curarsi di altro.
Il cinema di Risi aveva perfettamente fotografato la situazione e dove ci avrebbe portati, il degrado, le manie, la dipendenza e il potere della televisione, oppio dei popoli, - di questo popolo in particolare - che rimbecillisce le menti, toglie il senso critico, come qualcuno ha capito perfettamente e se ne è servito fino ad oggi; così fa la splendida interprete di Angelica, Michèle Marcier che accoglie tranquillamente e con impudenza l'amante in casa, mentre il marito cornuto Ugo Tognazzi è ipnotizzato davanti al piccolo schermo, mentre segue il suo programma preferito.
Sempre Tognazzi interpreta un povero soldato ingenuo e ignorante in apparenza, che finge di disperarsi per la morte della sorella prostituta d'alto bordo, ma non esita a vendere alla stampa il suo diario personale.
E non dimentichiamo un gustosissimo Gassman vestito da donna, signora di un salotto letterario, critica autorevole di amanti scribacchini autori di opere sgrammaticate e prive di sintassi, o tifoso fanatico allo stadio, basta non lavorare; gente che vive d'espedienti, perchè i furbi vanno meglio dei meritevoli e talentuosi, e in questa serie di grotteschi, surreali ritratti non mancano i preti vanesi e i politici perdigiorno e perditempo che fanno tutto, tranne che il loro dovere verso la collettività.
Non si salva nessuno, ci si diverte, si sorride ma si ride amaro di fronte a questa sfilata di mostri che ci rappresentano, nel peggio, senza virtù, senza morale e, cosa ancor più tragica, senza speranze.
Da vedere.
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