Regia di Shari Springer Berman, Robert Pulcini vedi scheda film
Cinema verità, questo l'intento del regista Craig Gilbert quando decise di filmare 24 ore su 24 la tipica famiglia americana creando così il primo vero antenato di quella mesta pratica d'intrattenimento che oggi chiamiamo reality show. Mettere a nudo pregi e soprattutto i difetti della gente comune di fronte alla telecamera, seguirli fra le mura domestiche nella speranza che realtà e spontaneità possano irrompere in tutta la loro crudeltà mietendo vittime e facendo crescere l' audience. Un progetto ambizioso che all'inizio degli anni '70 travolse la famiglia Loud portandola allo sfacelo pubblico. Un altro soggetto interessante in casa HBO che produce ed ancora una volta riesce a mettere insieme un cast stellare nonostante la dimensione prettamente televisiva. Sufficientemente accurato nella ricostruzione storica, ben montato e messo in scena senza acuti, "Cinema Verite" si perde purtroppo nelle sue sfaccettature, nei personaggi secondari e nelle sue sottotrame che i registi Pulcini e Berman non riescono a gestire con la dovuta efficacia. Privi del polso e probabilmente del cinismo necessario a muovere critiche specifiche ad un sistema d'intrattenimento che imperversa sulle disgrazie altrui, i due tendono a dare un colpo al cerchio ed uno alla botte evitando di soffermarsi troppo sui momenti potenzialmente drammatici ed alleggerendo i toni conferendo eccessiva bontà ai propri personaggi. Notevole la prova dell'intero cast, dal viscido patriarca di Tim Robbins passando per l'ambizioso cineasta Gandolfini per arrivare ad un'affascinante e sofisticata Diane Lane, mater familias tutta d'un pezzo all'esterno e dannatamente fragile all'interno.
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