Regia di Eric Lartigau vedi scheda film
Un quarantenne single, assillato da madre e sorelle che lo spingono a sposarsi, architetta un piano diabolico: affittare una fidanzata fasulla e farsi lasciare davanti all’altare, in modo che nessuno osi più parlargli di matrimonio. Ma le cose prendono un’altra direzione, perché alle sue donne di casa la ragazza prescelta piace tanto che le perdonano tutto: allora bisogna fare in modo che lei diventi insopportabile... Ho visto il film più che altro perché incuriosito dalla presenza di due pezzi di L’arte del sogno (Chabat e Gainsbourg), ma senza nutrire grandi aspettative, e invece è stata una bella sorpresa. La storia (lui e lei, costretti a convivere, all’inizio non si sopportano ma poi finiscono per amarsi davvero: Green card, per capirsi) è stata raccontata mille volte e con esito fisso, e infatti anche qui il finale è esattamente quello che ci si aspetta. Però non è solo una commedia sentimentale, né una semplice farsa giocata sugli equivoci (peraltro con scene esilaranti, come quando la funzionaria dell’ufficio adozioni crede che si stia parlando di bambini e non di cani): è il resoconto della maturazione umana di un eterno bamboccione che decide finalmente di affrancarsi da una vita familiare sclerotizzata in forme stancamente ripetitive. Nella Hollywood attuale, con un soggetto simile, tirano fuori robe come Ubriaco d’amore, ma i francesi hanno un tocco magico per la commedia: per sbagliarne una devono proprio mettercisi d’impegno.
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