Regia di Peter Weir vedi scheda film
Uno sceneggiatore di prim'ordine come Paul Schrader, un regista già di culto e in piena affermazione presso il grande pubblico quale Peter Weir, una star consolidata che sarebbe Harrison Ford: e allora perchè "Mosquito Coast", con queste credenziali in mano, fu uno storico fiasco? Bocciato senza mezzi termini dalle platee, conobbe anche stroncature nettissime: eppure si vede che vi è profuso impegno, che si è tentato di fare un discorso profondo. Il problema è che il protagonista, operaio con il pallino delle invenzioni, è un personaggio reso male: e attenzione, la prova,coraggiosa, di Ford, nei panni di un carattere così ostico, un uomo perso nella propria solitudine interiore, che spara filosofemi di un radicalismo anche giustificabile ma talmente ottuso e inestricabilmente presuntuoso da costringere quasi lo spettatore ad allontanare ogni eventuale simpatia. Il tema della fuga dalla civiltà occidentale non è nuovo, ma Weir vi si approccia con intelligenza: solo che la pretesa di riscrivere ogni regola,imposta alla propria famiglia e agli indigeni, in pieno Ventesimo Secolo, senza tener conto nè dei metri di giudizio di altre culture, e nè di un minimo senso del ridicolo delle proprie azioni, rende "Mosquito Coast" un film sbagliato, per quanto sia animato da ottime intenzioni. Il finale tragico è l'inevitabile traguardo della storia, di un uomo capace sì di creare ghiaccio dal fuoco, ma non in grado di spiegarne l'utilità, forse un cretino di talento, azzeccata definizione che anni or sono Umberto Eco coniò.
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