Vivisezione di un rapporto di coppia giunto agli sgoccioli. Una vicenda piuttosto scontata e vista decine di volte. Lei è incinta, lui ha un’amante ed è stufo del matrimonio. Regia piatta, attori che non si spingono oltre il minimo sindacale, fatta eccezione per la protagonista Valérie Donzelli, l’unica a conferire un certo spessore al suo personaggio. Il film scorre lento, la trama non lascia spazio a sorprese o colpi di scena e la noia è in agguato. Alcuni aspetti riescono nondimeno a suscitare interesse, a cominciare dall’ambientazione a Belleville, nel XIX arrondissement di Parigi, uno dei quartieri più vivaci e multietnici della capitale francese. Strade, case, negozi e bistrots restano immutati negli anni e vengono filmati con grazia e realismo. Poi, c’è l’elemento cinefilo. Piccoli cinema d’essai, proiezioni con dibattito, problemi di distribuzione e reperimento di pellicole rare, citazioni di vecchi film americani e italiani. Sono i momenti più indovinati del film e strappano qualche nostalgico sorriso. Simpatica la sequenza dei due protagonisti che intonano “Ne dis rien” sovrapponendosi al disco nel quale Serge Gainsbourg canta in coppia con Anna Karina. Non c’è molto altro, pur trattandosi di un film sicuramente sincero e d’ispirazione autobiografica della regista Elise Girard, qui alle prese con il suo primo lungometraggio. Buona, ma secondo me troppo generosa, l’accoglienza da parte della stampa d’Oltralpe.
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