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...Non ci posso credere

Regia di Philippe Claudel vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su ...Non ci posso credere

di zombi
6 stelle

personalità degna di essere seguita philippe claudel come regista per il suo precedente film con la splendida kristin scott-thomas, sia come scrittore per il suo romanzo che mi piacque tanto "le anime grigie". ripescato per caso ieri sera in seconda serata su sky, ho pure tentato di guardarlo in originale(su consiglio di hupp2000)ma senza sottotitoli e senza un'adeguata conoscenza della lingua parlata nel film mi sembrava troppo impegnativa per una seconda serata in cui ho faticato pure ad arrivare alla fine. purtroppo il film mi ha deluso e nemmeno poco. credo che la colpa maggiore sia da attribuire all'attore protagonista(inadeguatissimo)stefano accorsi e del doppiaggio di se stessi dello stesso accorsi e marcoré. un posticcio pasticciato. la storia era bella. il professore di musica italiano vedovo che ha dovuto crescere la figlia già dal quinto mese di vita. il suo non volere riprendere in mano la vita e anzi viverla costantemente aggrappato al ricordo della moglie scomparsa e aggrapparsi pericolosamente alla figlia quindicenne. il fratello luigi "fuggito"dall'italia berlusconiana che chiede asilo politico come rifugiato. intorno, gli amici coi quali ha comprato un rustico e le persone a cui legge in un'ospedale, legandosi affettuosamente ad agathe una degente che funge un pò da mamma-consigliera. detto questo, il film sarebbe potuto essere un discreto esempio di film dolce-amaro con derive se non comiche, almeno divertenti e invece è solo il prototipo venuto male. accorsi non regge il tono leggero del film. soprattuto quando lo si sente in francese , si nota il suo sforzo di adeguarsi ai tempi della commedia francese, in quel loro caratteristico modo di scuotere la testa animatamente quando devono sottolineare un concetto o una frase. ma oltre un corretto e mnemonico compitino da cocco di maestra non va. le ottime locations ingentilite dalla fotografia che sembra rendere tangibile la  sferzante aria primaverile coi primi soli che scaldano, insieme alla trama che si districa lentamente e un pò faticosamente cercando di rimettere insieme i cocci di una famiglia che deve ancora rimettersi in carreggiata dopo il dramma dell'incidente mortale che ha reso tre le altre cose orfana la giovane irina che la madre non l'ha conosciuta e che fatica a sostenerne il ricordo. il padre oppressivo e onnipresente, le rende il ricordo della madre, un macigno ingombrante. ma un raggio di sole che oltre alle giornate, scaldi anche i cuori, è all'orizzonte grazie purtroppo ad un lutto. tous le soleils è entrato a far parte dei film visti e archiviati. 

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