Regia di André Øvredal vedi scheda film
Se riescono anche in Norvegia a fare un mockumentary (quasi) horror discretamente congegnato come questo e con un budget tuttaltro che limitato per il tipo di operazione(3 milioni di dollari fonte Imdb) vorrei sapere perchè qui in Italia non è possibile fare una cosa del genere.
Trollhunter riprende la tecnica del mockumentary senza esagerare troppo con la camera a mano e l'effetto mal di mare connesso: nella narrazione vengono inserite intellgentemente molte variazioni che hanno il compito di spezzare la tensione e soprattutto di far riposare gli occhi e lo stomaco allorchè il film segue i cacciatori di troll alla ricerca delle loro prede.
Prede che vengono mostrate interamente, addirittura di fronte per averne una fugace quanto completa visualizzazione. Cosa che di solito non avviene durante questo tipo di film in cui il "mostro" viene nascosto con tutta una serie di trucchi e artifici registici.
Personalmente avrei preferito qualcosa di più misterioso ma probabilmente questa scelta va inserita nel contesto non particolarmente serioso del film che spesso indugia in parentesi più "leggere"(per modo di dire).
A vederlo il troll non si sa se mette paura o fa solo ridere,è a metà tra il brutto e il buffo e non so se era questo l'effetto che gli autori avevano intenzione di evocare. C'è però un ottimo lavoro di computer grafica nella loro caratterizzazione e nella loro differenziazione, perchè ne vengono mostrati di diversi tipi ( addirittura!).
Il debito principale si deve pagare alla strega di Blair perchè in fondo andare a cercare un troll basandosi su documenti redatti da altri, avvistamenti e cose simili è l'espediente usato come spunto per The Blair Witch project.Ma qui l'aspetto è molto meno amatoriale che nel film americano, del resto anche i costi di produzione sono diversi. Belle le riprese notturne ad infrarossi chiaramente ispirati alla scheggia orrorifica di [Rec].
Interessanti spunti di folklore norreno si hanno nella descrizione delle abitudini dei troll, delle loro caratteristiche fisiologiche (stile documentario National Geographic) e decisamente curioso metterli in relazione a molti delle sciagure che si sono abbattute sull'uomo degli ultimi anni.E poi ci sono gli inseguimenti di questi mostri informi che sono il nucleo pulsante del film, gli unici che evocano quel minimo di adrenalina che ogni horror dovrebbe evocare.
Ma il punto sta sempre lì.
Probabilmente non stiamo parlando di un horror ma di un divertissment cinefilo che un'azzeccato marketing ha permesso di esportare oltre i propri meriti all'esterno dell minuscolo mercato cinematografico norvegese.
Prodotto professionale in cui il divertimento ha alcune pause, molto migliore di tanti corrispettivi oltreoceano si avvale di scenari naturali favolosi che non potrebbero essere ricreati con nessun effetto speciale.
Gli attori che danno il volto ai tre studenti non sono eccezionali mentre è buona la prova di Otto Jespersen nella parte del "trollhunter" Hans,uomo dal passato sofferto e misterioso che vive la caccia al mostro come missione ineludibile.E non riconosciuta da nessuno.
Mi sembra anche chiaro un messaggio ecologista che percorre neanche tanto sotterraneamente il film: la natura dovrebbe essere sempre rispettata.
Soprattutto dagli umani perchè i troll,in fondo, sono poco più che colossali divoratori di tutte le schifezze che è in grado di produrre quello strano animale che è l'uomo.
qualche pausa di troppo ma tutto sommato buona
l'unico sopra la media
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