Regia di Jacques Deray vedi scheda film
Forse non proprio capolavoro, ma quasi. Il regista riesce a creare molto bene un'atmosfera di mistero, di enigma, di confusione e spaesamento, vicina a quella che si trova nei libri di Kafka. Mettere su una trama confusa perché non si è capaci di gestire la narrazione è facile, ed è anche evidente quando si tratta di questo; ma costruire una vicenda appositamente enigmatica e indeterminata non è un affare semplice. Personaggi misteriosi compaiono e scompaiono ed eventi incomprensibili colpiscono il protagonista, il tutto nell'ambito di un complotto indecifrabile che si infittisce via via anziché chiarirsi. Si sa solo che al centro c'è una valigetta tremendamente contesa da una serie di spie, ma non si sa neanche cosa contenga, né se sia stata scambiata per un'altra. Tutti fingono di essere qualcuno, e quindi nessuno è quello che sembra. Tra spie, poi, la vita umana non vale nulla, e gli scrupoli morali non esistono. L'unica che sembra avere un barlume di umanità è la donna misteriosa, ma è come una goccia d'acqua nel deserto.
Lino Venutura ci dà al solito una maiuscola prova attoriale: particolarmente riuscite ritengo le sue espressioni dubbiose e spaesate, o di quando si arrovella per capire che cavolo gli stia succedendo. Laura Betti ha una piccola parte, ma mi è sembrata un po' incolore.
Ho visto qualcos'altro di Jacques Deray, e mi è sembrato un regista passabile o discreto, ma questo film è di gran lunga superiore agli altri. Sicuramente è sottovalutato.
Un'altra cosa. Per evitare grandi delusioni a coloro che se l'aspettano, è bene avvertire tutti che alla fine il mistero non verrà svelato. A me il non capirci niente fa piacere il film ancora di più, ma per taluni può essere vero il contrario.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta