Regia di Sergio Grieco vedi scheda film
Il ragionier Vecchietti è nei debiti; per caso scopre che all'anagrafe risulta morto e, pur non potendo opporsi allo sfratto, decide di tornare al paesino di origine senza pagare nulla. Nel paesino scopre che il sindaco lo aveva dato morto per poterlo considerare un eroe locale; sceso a compromessi, Vecchietti diventa il ragionier Rossi. Che però è a sua volta inguaiato con il fisco...
Una quarantina di titoli in un quarto di secolo, dai primi anni Cinquanta al 1977: Sergio Grieco, pur non avendo lasciato titoli particolarmente memorabili, è stato uno fra i più prolifici registi 'di genere' del nostro cinema. Questo è il suo secondo lavoro, a due anni di distanza dal debutto con Il sentiero dell'odio; dopo qualche commediola di simile stampo passerà allo storico/mitologico, allo spionaggio (nel quale otterrà probabilmente i risultati migliori) e chiuderà infine la carriera dedicandosi all'exploitation. I morti non pagano tasse è un'operina leggera con un'evidente provenienza teatrale (autore del testo originale: Nicola Manzari) ed è l'ennesima occasione maldestra offerta a Tino Scotti, attore di successo nel teatro di rivista, per 'sfondare' anche al cinema: ma invano. Confinato come sempre in un ruolo-macchietta all'interno di una trama di portata modesta (la morale della pellicola è: l'unica maniera per sfuggire al fisco è morire), Scotti fa il suo dovere e nulla di più; per la sceneggiatura ci si sono messi in cinque (lo stesso Manzari, lo stesso Scotti, Ottavio Poggi, Mario Corsi e Italo Dragosei), eppure il risultato finale non va oltre il grazioso: ottanta minuti di gag simpatiche ma abbastanza scontate, retti dalla bravura degli interpreti. Fra gli altri, si segnalano Titina De Filippo, Aroldo Tieri, Carlo Campanini, Tino Buazzelli, Clelia Matania e Franca Marzi. In quello stesso 1952 Grieco arriva a dirigere altre due commedie: Non è vero... ma ci credo e Primo premio: Mariarosa. 3/10.
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