Regia di Mateo Gil vedi scheda film
George Roy Hill chiude il suo Batch Cassidy and the Sundance Kid con un fermo immagine che immortala i due con le armi in pugno, si ode il crepitare dei fucili dell’esercito boliviano e, di fatto, sceglie di non mostrare la fine dei due fuorilegge. Da un certo punto di vista potremmo quasi azzardare che Blackthorn parte da quel fermo immagine in quanto la pellicola di Gil segue l’ipotesi secondo la quale Cassidy e il Kid sopravvissero al conflitto a fuoco del villaggio di San Vicente nel 1909.
Blackthorn, ambientato interamente in Bolivia, si apre nel 1927 con un Butch Cassidy che, sotto falso nome, si è rifugiato in un angolo sperduto del paese sudamericano. Egli conduce un’esistenza di basso profilo allevando cavalli nel suo ranch e a legarlo al passato rimane soltanto il sentimento di profonda amicizia che sopravvive alla morte del Kid e la corrispondenza con Etta Place, rifugiata a San Francisco. Sarà un incontro fortuito nel deserto, unito al miraggio di 25.000 dollari, a riportare in sella Butch Cassidy, per un’ultima cavalcata che gli potrebbe consentire di ritornare in patria.
Non ci si lasci ingannare dal trailer, non vi è nulla di epico in Blackthorn, western autunnale con la Bolivia teatro di fantasmi che sopravvivono a un’esistenza perduta. Perché se Butch Cassidy in tutti quegli anni è andato a letto presto, Mackinley, l’agente Pinkerton ora console onorario, affoga nella bottiglia i dubbi di una vicenda che mai gli è stata chiara. Girato splendidamente tra paesaggi suggestivi e variegati, Blakthorn tocca con pertinenza tanti temi e situazioni del western ma, pur avvalendosi di ottime prove da parte del cast, non convince appieno perché non coinvolge più di tanto e manca di quel pathos che negli anni d’oro di Hollywood ha eletto a mito la frontiera.
Blackthorn, analogamente alla pellicola di Roy Hill, si chiude con un finale in sospeso, non ci è dato sapere se Butch sopravviverà alle montagne e riuscirà a imbarcarsi per San Francisco, quel che è noto è che la versione ufficiale della sua morte non verrà cambiata, perché anche in Bolivia quando la Storia diventa Leggenda si stampa la Leggenda.
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