Regia di Mateo Gil vedi scheda film
La Bolivia come il Far West ...
Butch Cassidy non è morto come tutti credevano nella famosa sparatoria con l' esercito , ma vive in Bolivia da vent' anni facendo l' allevatore di cavalli ... Già detto così si capisce subito il difetto principale di questa pellicola diretta dallo spagnolo Mateo Gil : cancellare uno dei più bei finali della storia del Cinema , quello del capolavoro di George Roy Hill ! In verità bisogna però ammettere che la teoria ( per quanto strana ) non è del tutto campata in aria , visto che già all' epoca ci furono diverse testimonianze sul fatto che Cassidy e Sundance fossero scampati all' agguato . Il film comunque è un simil western dai toni nettamente crepuscolari , che con ritmo lento ci racconta un' ultima avventura in cui l' anziano ex fuorilegge si trova coinvolto controvoglia , proprio quando vorrebbe tornare in America .
La storia si avvale del bellissimo sfondo fornito dalle straordinarie locations naturali boliviane ( il deserto di sale di Uyuni , le grandi rocce di Tupiza ... ) e soprattutto dell' ottima prova di Sam Shepard , ben calato nel ruolo dell' attempato protagonista . Lo accompagnano in queste peripezie i volti noti di Eduardo Noriega , di Stephen Rea e di Nikolaj Coster-Waldau . Gil , più noto come sceneggiatore di fiducia di Amenabar , non se la cava male alla regia . Indugia molto , giustamente , sulle splendide scenografie e si avvale dell' azzeccata fotografia di Juan Ruiz Anchia per girare questo coraggioso tentativo di riesumare certe nostalgiche atmosfere western un po' demodè . Per questo voglio premiarlo con un buon 6,5 .
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