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Abduction. Riprenditi la tua vita

Regia di John Singleton vedi scheda film

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La recensione su Abduction. Riprenditi la tua vita

di supadany
4 stelle

Tentativo maldestro, e sostanzialmente fallito, di far esplodere Taylor Lautner al di fuori della saga di “Twilight”, sarà anche che pure lì, a parte il fenomeno adolescenziale, c’era un gran poco da salvare e questo in ogni caso non era certo la sua presenza.

Nathan (Taylor Lautner) scopre su un sito di persone scomparse la sua foto da bambino e capisce che le persone con cui vive da sempre non sono i suoi veri genitori.

Ben presto si trova costretto alla fuga alla ricerca del suo vero padre insieme alla sua bella vicina di casa (Lily Collins), infatti sia la CIA che un pericoloso criminale lo vogliono prendere in quanto potrebbe conoscere un segreto, ma lui non si può fidare di nessuno.

Action thriller davvero risibile dove la componente dinamica tutto sommato si salva, ma comunque senza eccellenze da riportare, mentre il concegno narrativo della storia fa acqua da tutte le parti.

Infatti la verosimiglianza degli eventi è nel complesso molto scarsa con una serie di cadute davvero imperdonabili e che si potevano magari non eliminare del tutto, ma quanto meno limare.

Tra queste, a parte una generale estrema facilità nel portare a contatto i vari personaggi (manco girassero in un paesino di provincia), si possono segnalare l’indizio della maglietta sporca con la macchia (ma dico io, almeno in quindici anni potevano lavarla), la separazione sul treno dei due giovani (siete inseguiti da mezzo mondo e pensate a mangiare, per giunta lui la lascia andare via da sola), l’incontro di Nathan con gli agenti (prova a scappare, ma quando gli offrono da mangiare va subito con loro) e il seguente pasto in un tavola calda in bella vista, stando per giunta a fianco della vetrata, così da farsi massacrare al volo.

Insomma vi è una superficialità di fondo che ha quasi del morboso, anche lo scontato finale non risolleva quasi di niente le sorti, anzi pensare che dopo tutto quanto successo ognuno possa andare così per la sua strada è francamente poco credibile, ma comunque in linea col resto che si è visto in precedenza.

Dunque anche un navigato regista come John Singleton, ormai ex promessa del cinema americano, arranca (ma un copione così andava rifiutato e basta), mentre un cast di supporto di buonissimo livello (la Weaver, Alfred Molina, Maria Bello, Michael Nyquist e Jason Isaacs sono nomi degni di ben altri contesti) viene mandato al massacro, per un film concepito male e che la lavorazione non ha saputo levigare nei suoi fin troppo evidenti difetti.

Scapestrato.

Su John Singleton

Non cava un ragno dal buco.
Discreto sul versante action, dove comunque poteva fare anche meglio, molto male su tutti gli altri fronti.

Su Taylor Lautner

Niente addominali in bella vista e il resto è ben poca cosa.
Meglio tornare a fare il comprimario.
Bocciato.

Su Lily Collins

Ci prova, ma senza molto successo.

Su Alfred Molina

Ruolo ambiguo che poteva/doveva essere sviluppato assai meglio.
Così c'è poco da fare anche per un vecchio lupo di mare come Alfred Molina.

Su Jason Isaacs

Ruolo breve e francamente bruttino.
Antipatico.

Su Maria Bello

Prova ad essere intensa, ma così finisce con lo stonare ancora di più.

Su Michael Nyqvist

Freddo uomo del nord.
Peccato che il contesto lo ostacoli in ogni modo possibile e immaginabile.

Su Sigourney Weaver

Spreco colossale, se non altro almeno si vede poco (solo all'inizio e sul finale).

Su Denzel Whitaker

Nei panni dell'amico del cuore dle protagonista.

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