Regia di John Singleton vedi scheda film
I film costruiti a tavolino su un attore o un personaggio spesso, come in questo caso, hanno le gambe davvero troppo corte per sfrecciare nelle autostrade della coerenza e della buona sceneggiatura, le ali troppo deboli per volare in alto, nei cieli della solida narrazione e della salda guida registica.
La major di turno decide che e' l'ora di lanciare il divetto Taylor Lautner per farlo diventare il nuovo Tom Cruise (e per emularlo lo vediamo pure spesso in moto, spavaldo e senza casco come per le strade di Napoli...senza offesa per i napoletani ma solo come dato di fatto direi incontestabile); pazienza...quello che e' sconfortante e' vedere coinvolto un regista fino ad ora dignitoso se non impegnato (a parte un inutile e domenticabile seguito di Fast and Furious) come John Singleton (si, proprio quello del potente esordio di "Boyz'n the hood"!). O ancor piu' quella splendida attrice di Sigourney Weaver, che in questo pasticcio irreparabile si rende protagonista della scena gia' scult della fuga dal pronto soccorso con palloncini colorati che potrebbe rimanere negli annali della comicita' involontaria e patetica. Non c'e' molto altro da aggiungere se non che il muscoloso Lautner non riesce ad essere antipatico come il suo maestro Cruise in Top Gun, Maria Bello si svende in particine come quella assegnatale perche' forse non c'e' di meglio in giro per una pur bella (e bravina) quarantenne, Michael Nyqvist si conferma come uno dei peggiori attori in circolazione degli ultimi decenni ed ha il primato di una fissita' monoespressiva che lo addita tra i principali colpevoli della mediocrita' della scialba trilogia svedese tratta di malavoglia dai libri di Larsson.
Il contorno e' una gioventu' agghiacciante tutta festini, muscoli e testosterone, sport machi e pulzelle majorette che scimmiottano come cretine, una Cia ingenua e fessa, tranelli e giochini infantili cammuffati per colpi di scena, due protagonisti che soffrono e piangono per la perdita di persone care e dopo tre secondi ridono contenti come pasque e forse anche gia' un po' arrapati. Vuoto totale, nel cuore e nella mente.
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