Regia di Nicole Kassell vedi scheda film
Che sia nato un nuovo filone della commedia, con storia d’amore e malattia incurabile? Era già successo in Amore & altri rimedi, dove si partiva con humour e si finiva nel mélo. In Il mio angolo di paradiso non c’è però alcun ribaltamento, la voce over ci racconta: «L’idea che si debba essere innamorati per vivere felici è semplicemente falsa» ma potete ben immaginarvi come finirà. I rari momenti imprevedibili sono oltretutto i peggiori, con l’incredibile stacco tra una colonscopia e l’alto dei cieli, dove Marley, la protagonista, incontra Dio con le sembianze della sua attrice preferita: Whoopi Goldberg. Sarebbe quasi divertente se il divino non sciorinasse una saggezza da bigino di autoaiuto, tra sorrisi e desideri che si avvereranno. Incluso l’arrivo di una grossa cifra perché - alla faccia della crisi, di un sistema assicurativo sanitario fallace e dell’ambientazione nella non prosperosa New Orleans - Marley lavora per una società che offre premi da sballo agli ammalati. E via dicendo fino al finale, a sua volta rassicurante nella ripetuta giustapposizione di morte e nascita, secondo la più plateale ciclicità della vita. Inoltre la traduzione trasforma il soprannome dell’escort nano, “piccolo paradiso”, in un molto meno sensato “angolo”. Per vedere affrontato il cancro con intelligenza e leggerezza guardate piuttosto la serie Tv The Big C: Il mio angolo di paradiso non ne vale un minuto.
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