Regia di Ben Palmer vedi scheda film
Riprendendo i personaggi dell’omonima serie televisiva britannica (The Inbetweeners), il regista Ben Palmer e lo sceneggiatore Damon Beesley costituiscono una (sotto)specie di American pie balneare. È arcinoto come gli inglesi in vacanza siano un disastro e che i più giovani, con il loro ulteriore carico di esuberanza e stupidità, siano ancor più ingestibili, ma Finalmente maggiorenni ha un’offerta alquanto limitata, che non si spinge oltre i singoli gag, quasi sempre ripresi altrove e adattati alla situazione.
Per festeggiare il conseguimento del diploma e il raggiungimento della maggiore età, Will McKenzie (Simon Bird), Neil Sutherland (Blake Harrison), Jay Cartwright (James Buckley) e Simon Cooper (Joe Thomas) decidono di trascorrere le vacanze in una meravigliosa località greca.
Arrivati sul posto, devono fare i conti con la realtà, rappresentata da un albergo che cade letteralmente a pezzi, difficoltà nell’approccio con il gentil sesso e un bullo locale che li prende di mira.
Tuttavia, le soluzioni per superare gli ostacoli e soddisfare le necessità personali possono trovarsi più vicine di quanto sia possibile credere.
Finalmente maggiorenni rompe il ghiaccio istantaneamente, incanalandosi nel più tipico degli sviluppi da teen movie, perennemente orientato all’enunciazione di battute succinte e alla composizione di incastri pruriginosi che determinano praticamente ogni scena, rischiando l’effetto spossamento, dal basso di mire circoscritte e un barile da cui attingere ormai raschiato in ogni angolo.
D’altronde, cambiano geografia e società, ma dopo American pie e seguiti destinati alla sala (American pie 2, American pie. Il matrimonio e American pie: ancora insieme), senza ricorrere ai tanti epigoni, sembra tutto già (almeno intra)visto, un effetto che in questa circostanza è ancora più accentuato da alcune somiglianze. Ad esempio, Simon Bird sembra la brutta copia di Jason Biggs, James Buckley ha una stupidità galoppante in stile Seann William Scott, Joe Thomas ricorda parzialmente Thomas Ian Nicholas e Blake Harrison sembra una derivazione di Ewen Bremner, almeno per la mimica.
Archiviata questa versione mnemonica di Indovina chi?, rimane poco da ricordare, giusto qualche battuta a bruciapelo, efficaci soprattutto quando servono a ridimensionare i protagonisti, con qualche venatura più cattiva, come il discorso di fine anno del Preside, ma comunque di circostanza, mentre è fatto ampio ricorso ai luoghi comuni, tra l’uso del bidet, gli abbordaggi, i locali notturni da quattro soldi, le sbronze colossali e gli esaltati di turno.
Il peggio è comunque rintracciabile in una fotografia e in un montaggio che non riescono a riprodurre la minima armonia. Senza pretendere la luna, l’estetica è sotto il livello anche di un cinepanettone medio, mentre il ritmo latita, non riuscendo ad andare oltre a una collezione di scenette, da cartolina sbiadita, tra loro collegate a stento.
Per chiudere ogni contenzioso, le evoluzioni dei singoli personaggi sono castranti di una qualsivoglia fantasia, con i maschietti perennemente goffi, rincitrulliti e immaturi, mentre le ragazze sollevano la media dei neuroni in campo, essendo sveglie, coscienti e consapevoli di cosa vogliono. Infine, nel cast non si notano fenomeni, per quanto Theo James, nei panni di un bulletto locale, e Laura Haddock siano riusciti successivamente a trovare qualche collocazione (lui nelle saghe di Divergent e Underworld, lei in Transformers: L’ultimo cavaliere).
Con solo qualche (sporadica) risata a riscaldare l’atmosfera, in mezzo a molti (goffi) tentativi che finiscono a vuoto, Finalmente maggiorenni è un film usa e getta, del quale quasi tutto finisce cestinato, anche senza impegnarsi nella ricerca del pelo nell’uovo (se si vuole rimanere in tema teen movie in tessuto demenziale, ci sono decine di titoli da vedere prima di questo).
Convenzionale e sterile, nei modi così come nei risultati.
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