Regia di Ben Palmer vedi scheda film
Oxford o Bristol? Dopo il diploma la scelta si impone. Almeno per chi è un po’ più secchione e abile di altri studenti. Jay, Will, Simon e Neil sono quattro ragazzi inglesi, appena usciti dal liceo con l’augurio del preside: “in bocca al lupo per la vita, e cercate di non uccidere nessuno”. Per il momento nessuna Università all’orizzonte, il dilemma è rimandato; urge lo svezzamento sessuale, e l’idea è quella di partire tutti insieme per una vacanza all’insegna del disimpegno.
Goffi e fuori luogo, pianificano nella loro mente incontri animaleschi con ragazze belle e formose. Tanti buoni propositi e poca pratica, i giovanotti si distinguono soprattutto per il senso di inadeguatezza e un forte disagio esistenziale. La destinazione viene decisa da quello più ciarliero: si parte per il nord est dell’Isola di Creta, città di Malia, luogo tra i più frequentati dai turisti inglesi. E pazienza se uno dei quattro è stato appena scaricato dalla ragazza, tanto sull’isola continuerà a vederla ovunque.
La villeggiatura da quelle parti è un po’ come Rimini per gli italiani. Solo che noi sappiamo cosa farcene del bidet, e non lo usiamo in modo a dir poco alternativo come uno degli imberbi.
Date queste premesse, le carte da giocare potevano essere tante per il regista Ben Palmer. Peccato per il ricorso a un passatempo cauto e senza assi nella manica. Messo in programmazione in un periodo dell’anno “disgraziato” visti i pochi incassi e la dubbia qualità dei prodotti, “The Inbetweeners Movie” è la riprova dell’incoscienza dei distributori. Un film così stravagante e svuota cervello viene inserito nella programmazione natalizia, quando il suo ruolo sarebbe stato quello di ottimo tappabuchi durante la stagione estiva, visto anche il periodo durante il quale si svolgono le vicende. Oltretutto trattasi di pellicola nata come conclusione di una serie televisiva britannica, mai trasmessa per intero da Mtv (il film sembra diretto da un affiliato dell’etere, tante sono le scene dedicate a venerare le disco e la loro musica martellante).
Situazioni appena divertenti si alternano ad altre decisamente penose. La sarcastica voce narrante di Will è uno degli aspetti più riusciti: sembra un racconto di formazione con il tono nostalgico del tempo che fu. Poi gli amici ci ricordano che “Se lo vuoi, te lo do’. Dritto dritto, dentro dentro”. E allora si capisce che non c’è molta poesia ad attenderci.
In pochi giorni le vacanze distruggeranno i propositi dei componenti del gruppo e la tempra degli spettatori più robusti. Tra uno shot alcolico e l’altro, un’incessante superficialità si impossessa della narrazione, mantenutasi in certi intervalli discretamente articolata, e l’insicurezza degli adolescenti protagonisti si trasforma in esile macchietta, diventando una specie di (involontaria?) caricatura-omaggio dei teen movie di origine statunitense.
Ai quattro moschettieri britannici non rimane altro che assistere a un’auto-fellatio. Un po’ come a voler dire: “Vuoi qualcosa? Pensaci da solo”. Pensiero profondo che, in termini cinematografici, si potrebbe tradurre in un’emigrazione verso altre sale. Ma si sa, quello che succede in vacanza non conta. Diffidiamo pure delle megalomani accoglienze dei genitori, le quali dovrebbero far riflettere sullo stato delle famiglie. Se questo è l’ingresso immaginario nella vita adulta, sarei proprio curioso di dare un’occhiata alla permanenza.
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