Regia di Douglas McGrath vedi scheda film
Carrie Bradshaw si è sposata, ha sfornato due pargoli e ora deve conciliare il ruolo di donna in carriera con quello di madre e moglie. Impresa ardua, soprattutto quando le capita per le mani un cliente importante, con le sembianze del gigione Pierce Brosnan, e le tocca fare frequenti viaggi nella City (ma stavolta senza Sex). Intanto, amici e nemici sono chiamati, stile mockumentary, a dire la propria sulla fenomenale donna, invariabilmente concludendo con il tormentone che dà il titolo al film. La sceneggiatrice di Il diavolo veste Prada colpisce ancora e viene da chiedersi come possa una donna propinarci un personaggio femminile tanto piatto e sconfortante. Il romanzo omonimo dell’inglese Allison Pearson era un esempio ben riuscito di letteratura rosa con sane iniezioni di british humour, alla Bridget Jones. Nel film, oltre all’ovvio cambio di location (da Londra a Boston), l’umorismo feroce cede il passo a gag stucchevoli e la protagonista è così perfetta e inappuntabile da risultare odiosa. L’insieme si presenta come un inno alle ineguagliabili capacità femminili, ma in realtà è iper reazionario: tutte queste magnifiche doti sono sempre al servizio degli uomini. Non solo la Parker resta ingabbiata tra le esigenze di capo e marito, ma la migliore amica single (la sprecatissima Christina Hendricks) viene accasata e la fiera assistente smaritata resta incinta. Ma come fa a essere il Terzo Millennio?
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