Regia di James McTeigue vedi scheda film
Film fantastorico incentrato sulla figura di Edgar Allan Poe. Partendo dalle misteriose circostanze in cui lo scrittore fu trovato (privo di conoscenza, sulla panchina di un parco pubblico di Baltimora) pochi giorni prima della morte, ci viene presentata una presunta indagine svolta dal medesimo in collaborazione con un detective della polizia, riguardo ad alcuni omicidi ispirati proprio ai racconti dello stesso Poe.
È un genere di film che non mi entusiasma, lanciato sull'onda di una moda, prima che cinematografica, letteraria, che ha utilizzato personaggi storici come investigatori nelle rispettive epoche. Uno dei primi, se non ricordo male, era stato Aristotele, protagonista di indagini ambientate nell'antica Grecia; dalle nostre parti mi sembra che perfino Dante Alighieri sia stato imbracato nelle vesti di detective.
Qui, peraltro, si soprassiede sul fatto che i guai di salute dello scrittore americano derivassero dal suo alcolismo: soltanto all'inizio del film si accenna a questo problema e poi non si vede più Poe farsi nemmeno un cicchetto. Come da romanzo ottocentesco, non manca la storia d'amore contrastato tra lo scrittore (un po' spiantato, non più giovanissimo, dedito alla bottiglia) e una giovane ereditiera, purtroppo trattata secondo schemi più che abusati.
Non manca, per fortuna, una buona dose d'ironia, il che non guasta: di fronte allo sbigottimento degli interlocutori, quando li informa di avere studiato all'Accademia di West Point, lo scrittore si affretta a precisare di esserne stato prontamente espulso. Ma anche gli interpreti, a cominciare proprio da John Cusack, non mi sembrano scelti con grande oculatezza o, quanto meno, andavano convinti un po' meglio dell'operazione in cui si andavano ad imbarcare.
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