Regia di Jean-Jacques Annaud vedi scheda film
Chi mai lo avrebbe detto che il piacente ispanico Antonio Banderas si sarebbe rivelato credibile sotto le vesti arabe? Eppure è esattamente quello che accade in questo caso: lo vediamo interpretare con intensità e disinvoltura il ruolo del sultano Nesib.
Il film, tratto da un romanzo ("La sete nera"), è fatto talmente bene sotto tutti gli aspetti da ricordare per certi versi addirittura i kolossal storici d'epoca. Il ritmo è un po' altalenante e la trama anche se ha una narrazione decisamente lenta ed uno stile assai cupo, è ben sviluppata ed abbastanza coinvolgente e ricca di intrighi. Racconta le vicissitudini delle famiglie di Nesib ed Amar, due sultani ora in pace, ora in guerra che pur avendo trovato un punto d'incontro in un patto che alla fine comunque Nesib non rispetta a causa della propria avidità, si ritrovano in un nuovo conflitto quando Saleeh, uno dei figli di Amar, viene ucciso dalle guardie di Nesib.
C'è una cosa stranamente però che vuole unire le loro stirpi nonostante tutto ed è l'amore che lega i loro rispettivi figli, Leyla e Auda che dopo esser cresciuti insieme, decidono di sposarsi...
Auda comunque farà per qualche tempo ritorno da suo padre per appoggiarlo in una nuova battaglia proprio contro Nesib che aveva tradito la loro fiducia appropriandosi del petrolio che aveva estratto dalla "Striscia Gialla", territorio sul quale avevano stabilito molti anni prima di non avanzare mai alcun diritto.
Così, fra battaglie epiche, amori puri e tormentati, valorizzazione della famiglia ora perduta, ora ritrovata, un bell'epilogo ed il forte senso di lealtà e riscatto che caratterizza alcuni protagonisti, il film si compie e compiace gli amanti del genere.
Potrà sembrare generalmente pesante a causa della tematica impegnativa che tratta e alla quale concede pure una significativa e toccante morale sociopolitica finale, ma rimane un'opera comunque interessante, una di quelle che meritano e valgono sicuramente.
Vanta delle ottime interpretazioni (grazie ad un cast adeguato), una discreta sceneggiatura, dei bei costumi e delle ambientazioni e scenografie stupende e suggestive che influiscono molto su tutto. Forse solo la colonna sonora delude perchè anonima e ben poco incisiva e memorabile.
Non memorabile o un granchè purtroppo.
Ha fatto un lavoro discreto.
Intenso, espressivo ed ancora molto affascinante (il costume da sultano gli dona divinamente) nonostante abbia già superato i cinquant'anni.
Molto ben calato nel ruolo del sultano Amar.
Bella, dolce e delicata. Perfetta nel ruolo di Leyla.
Discreto nel ruolo del principe Auda.
Bravo, il suo ruolo è molto significativo nella storia.
Sufficiente.
Bravo nel ruolo dello sfortunato principe Saleeh.
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