Regia di Roman Polanski vedi scheda film
La caduta degli angeli è uno dei primissimi lavori girati da Roman Polanski, nello stesso anno (1959) in cui il regista si diplomò alla scuola nazionale di cinema di Lodz. Poco più di una ventina di minuti di durata, quasi totalmente muto, il cortometraggio lascia ampio spazio alle musiche dirette da uno dei colleghi più assidui in questa iniziale parte della carriera di Polanski, ovvero Krzysztof Komeda. Colpisce soprattutto la scelta di alternare il bianco e nero al colore, a seconda che la storia si svolga nel presente oppure nei ricordi passati; curiosa – e azzeccatissima – l’idea di abbinare il grigio presente, indolente, quasi degradante per la protagonista, al bianco e nero, mentre il passato della donna da giovane e piena di vita si svolge nel ben più adatto pieno sfoggio di colori. Intensi, molto evocativi di un tempo felice e ormai sepolto, i primi piani dell’anziana; nota di bizzarria invece nel finale: tutto ci si aspetterebbe da un angelo, ma certo non che precipiti in una latrina pubblica sfondando un vetro e cadendo a corpo morto. 6/10.
Nel corso di una giornata di lavoro, un’anziana custode dei vespasiani pubblici vede scorrersi davanti agli occhi, fantasticando, le immagini del suo passato: l’amore per un bel soldato, la vedovanza portatale dalla guerra, e infine, tornando al presente, la donna si accorge che ormai è notte e un angelo è venuto a prenderla.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta