Regia di Marcus Nispel vedi scheda film
Lasciate ogni speranza di spirito epico voi che entrate.
Marcus Nispel conferma di aver perso da tempo la strada maestra realizzando il quarto film consecutivo davvero scarso (dopo il tremendo “The lab”, il brutto “Pathfinder” e lo scialbo “Venerdì 13”), in questo caso con l’aggravante di avere una base importante da cui partire.
Conan (Jason Momoa) nasce e cresce in battaglia vedendo perire entrambi i suoi genitori e proprio per questo ha sete di vendetta nei confronti del tiranno Khalar Zym (Stephen Lang) che dal canto suo intende espandere sempre più il suo potere oscuro coadiuvato dai malefici della figlia Marique (Rose McGowan).
E Khalar ha bisogno della pura Tamara (Rachel Nichols) per compiere un rituale, ma Conan trova la ragazza e non ha nessuna intenzione di perderla, anzi insieme a lei potrà puntare dritto alla vendetta.
Ogni paragone con l’originale di John Milius risulta improponibile e non ci vuole nemmeno molto tempo per accorgersene.
Basterebbero già i finti effetti digitali dell’introduzione, ma poi arriva immediatamente un ridicolo parto in battaglia (con tanto di coltellata alla cieca al ventre per far uscire il pargolo) e tutto appare tremendamente nitido, tanto più quando di lì a poco il giovane Conan compie una strage di guerrieri nemici, ma chissà perché viene ritenuto ancora non pronto per combattere.
Da qui si passa al protagonista in versione adulta e qualcosa migliora leggermente; il percorso rimane teleguidato ed un po’ troppo caotico, ma almeno la componente action prende nettamente campo e rimane poco tempo per pensare al resto (che comunque avrebbe dovuto esserci).
Questo è comunque sufficiente per capire che la sceneggiatura sia monocorde e scarsamente oliata, mentre per il resto l’ambientazione sa spesso di artificioso anche se qualche scorcio non è poi così malvagio.
Infine il cast femminile è abbastanza interessante, mentre Jason Momoa purtroppo per lui nulla può nell’impossibile, ma doveroso, paragone diretto con Arnold Schwarzenegger che per forza di cose (personaggio e iconicità dell’attore arrivata dopo il film) rimane lontano anni luce (anche grazie a John Milius ed al suo respiro epico).
Siamo così di fronte ad un remake fiacco ed omologato che non rende giustizia al mito che richiama e che invece assomiglia assai di più a tanti film(etti) d’avventura degli ultimi anni che vedi una volta e che per fortuna dimentichi subito.
Risibile, qualora non proprio oltraggioso.
All'ennesimo disastro in serie (non solo per qualità, ma anche per risultati economici) vien da chiedersi perchè il lavoro continua a non mancargli.
Impossibile il confronto con Schwarzenegger, purtroppo non funziona nemmeno bene in confronto a tanti altri action man su piazza.
Va detto che il film non lo aiuta affatto, ma questa è solo una scusa parziale.
Mediocre.
Tra la pochezza del film e delle figure maschili riesce a farsi notare senza troppa fatica.
Una delle poche note non del tutto negative.
Più che sufficiente (voto generato anche dalla pochezza del resto).
Ha partecipato a diversi film di questo tenore facendo spesso di meglio.
Tutto sommato non sfigura e visto il contesto questo è già un merito non da poco.
Sufficiente.
I miracoli non esistono, il suo apporto è dignitoso e fare di più era francamente impossibile.
Sufficiente.
Anche lui continua a "buttarsi" via con questi film ed è un peccato, ma certo va detto che lui ci prova e non è colpa sua se tutto va a finir male.
Interpreta Conan da giovane, ovvero partecipa allo spezzone di film peggiore.
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