Regia di Jacques Doillon vedi scheda film
Non conosco questo regista francese, certo un cinema fuori dagli schemi, che racconta una storia non molto articolata, che parte con una raccontata violenza, la cui vittima, una ragazza, rifiuta di essere abbandonata e si attacca al suo violentatore in maniera innaturale, diciamo che il rapporto l’ha legata a lui in maniera anomala, da seguirlo e legarlo. Conosce così il suo carattere difficile e violento di uomo già sposato e padre di una piccola che non conosce. La ragazza segue quest’uomo con affetto e curiosità e lo scopre sempre di più nei suoi affetti mancati, fra cui il padre e così via. Il film si basa su quattro personaggi, che almeno tre dei quali hanno la visibilità maggiore ed arrivano ad una conclusione sofferta ed abbastanza rivelatrice dei malesseri a cui abbiamo assistito. Il regista si pone il problema di superare certe drammaticità di una vita attraverso un percorso drammaticamente necessario, ma che non lascia detriti importanti, o conseguenze con cui fare i conti, l’importante è arrivare alla verità di noi stessi e delle nostre scelte. Diciamo che il film lo spiega in maniera difforme ed arriva ad una conclusione allungata e troppo diluita, senza che noi abbiamo avuto la possibilità di intravedere i germi che la determineranno.
una storia non coordinata bene
si è perso nel racconro lasciandosi in un finale strascicato e tirato per i capelli
non un volto che colpisce
caratteriale, anche se fisicamernte non eccellente
quasi romantico
un ruolo di poco spessore
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