Regia di Raoul Ruiz vedi scheda film
Sulle pareti di un appartamento si stagliano le sagome di alcuni personaggi, membri di un nucleo familiare. Attraverso giochi di ombre cinesi, questi "fantasmi" azionano le scene di una specie di tragedia concentrata, dai dialoghi fulminei e paradossali, giochi di parole e di contrasti un po' grotteschi.
R. Ruiz ha tratto Ombres chinoises dalle 36 situazioni drammatiche di Georges Polti e ha dato un saggio ironico e quasi surreale sulle relazioni di vita e morte all'interno di una famiglia in preda a sentimenti di paura e inquietudine, in mezzo a contrasti, rivalità e vendette e generata da una lunga serie di incesti. Tramite le ombre ne coglie la dimensione assurda e al limite, in una realtà sfuggente e difficilmente individuabile (mentre risuona la romantica e drammatica Sonata per pianoforte in si minore di Franz Liszt), dove si moltiplicano le illusioni visive e si intreccia un rapporto misterioso tra la luce del cinema che evidenzia proprio le ombre dei personaggi, quindi in qualche modo li oscura, e la teatralità dei dialoghi e dello svolgimento, intercalati anche dalle didascalie, per finire in ironici modi di dire che sfociano in un vicolo cieco. 7 1/2
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