Regia di Duccio Tessari vedi scheda film
Anticipatore di pellicole con senso "popolare" della giustizia, poi sfociate in un sottogenere deviato del poliziesco all'italiana...
Ispirato da Scerbanenco (I milanesi ammazzano il Sabato), Duccio Tessari porta sullo schermo, da buon regista, un dramma tipicamente ascrivibile agli Anni '70. Salvata da una chiusa ferocemente catartica e sorprendente, e da un insolito utilizzo della traccia sonora con due brani cantati da Mina, la pellicola appare però oggi assai debole e sviluppata molto lentamente su tematiche meglio affrontate in seguito da altri autori (ad esempio l'eccezionale Cosa avete fatto a Solange? di Massimo Dallamano) innestandovi sopra la blanda polemica del poliziesco deviato, con improvvisati -e volgari, nell'accezione etimologica del termine- carnefici improvvisati. A Tessari va però riconosciuto il merito di avere ampiamente anticipato il tema popolare del giustizialismo poi portato alla ribalta, da lì a qualche anno successivo, in titoli quali La polizia ringrazia, Il cittadino si ribella o L'uomo della strada fa giustizia.
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