Regia di Duccio Tessari vedi scheda film
Tanti, davvero tanti sono i pregi di questo giallo/poliziesco diretto da Duccio Tessari, esperto di western (di serie B, a essere precisi) e proprio per questo adatto a confezionare le atmosfere da 'duello metropolitano' di cui si nutre questo La morte risale a ieri sera, tratto da un romanzo di Scerbanenco con una sceneggiatura di Artur Brauner, Biagio Proietti e del regista stesso. Ciò che salta innanzitutto all'occhio è quanto questa pellicola sia in anticipo sui tempi: oltre ad anticipare una tematica difficile di un film fondamentale degli anni '70 (Un borghese piccolo piccolo, di Monicelli, 1977) come è quella della vendetta privata da parte dell'umile, esasperato da una quotidianità crudele, per molti versi - questo è l'elemento da sottolineare principalmente - si tratta già di un poliziesco all'italiana (violenza gratuita, sbirri senza morale, malavita che si annida nelle tentacolari e grige città, regolamenti di conti personali), due anni prima dell'uscita di un lavoro come Milano calibro 9 di Di Leo, manifesto del genere, al quale peraltro prese parte lo stesso Wolff che è qui protagonista (e che morirà suicida poco tempo dopo le riprese di questa pellicola). Ottimo il ritmo, tensione gestita sapientemente dal regista, eppure qualcosa - e non poco - non va: a parte Wolff che recita perennemente con uno strano ghigno stampato sul volto (compreso quando va ad annunciare a Vallone la morte di sua figlia!), a parte alcuni attori canini (per fare un nome su cui è pure inutile perdere tempo: Gigi Rizzi, a cui parziale discolpa si può dire che non sia un attore, ma del quale tuttora si ignora quale sia stato il mestiere in vita), ci sono comunque incongruenze o sbadataggini o momenti trattati in maniera grossolana nella storia che vanificano buona parte di quanto di buono è stato fatto in scrittura e in regia; per es. la parte dell'interrogatorio della prostituta di colore, con dialoghi efficaci e verosimili, ma che si risolve in modo concretamente incredibile: un poliziotto irrompe nella camera da letto di una prostituta, la interroga, lei risponde a tutto senza tentennare e poi lui se la porta a casa, dove c'è pure sua moglie, per evitare che la ragazza si suicidi. Si permetta di dubitare della riuscita logica di una situazione simile. E peccato, perchè oltre a qualche pecca di questo tipo, La morte risale a ieri sera è evidentemente un bel prodotto, che fa tenere il fiato allo spettatore per oltre un'ora, dilungandosi forse un po' eccessivamente nella mezzora finale, che però ha il pregio innegabile di sfoderare un colpo di scena di forte impatto. Divertente il ruolo affidato a Gabriele Tinti, l'aiutante del commissario; non male le musiche di Gianni Ferrio. 5,5/10.
Bella, giovane e ninfomane: Donatella viene rapita e inserita nel giro milanese della prostituzione. Problema nel problema: è minorata mentale. Il padre denuncia la scomparsa e un commissario che sa il fatto suo parte alla ricerca della ragazza.
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