Regia di Duccio Tessari vedi scheda film
Quando Donatella (Gillian Bray), una bella ragazza dai modi infantili inconsapevolmente maliziosa, scompare, il padre (Raf Vallone), insoddisfatto del lavoro della polizia, prova a mettersi sulle sue tracce.
Terza trasposizione dal romanzo di Giorgio Scerbanenco "I milanesi ammazzano il sabato", dopo la versione del 1969 di Fernando Di Leo ("I ragazzi del massacro") e quella di Boisset dal nome Il caso "Venere privata”, la pellicola di Tessari rende molto bene l'ambientazione oscura e malata di cui già è immersa la fonte letteraria di partenza, ma inciampa purtroppo in parecchi punti. Il ritmo non viaggia mai di pari passo con le vicende narrate e la sceneggiatura a volte si dipana in incongruenze non poco fastidiose, in primis la scelta di trasformare l'ex medico del romanzo (qui interpretato da Frank Wolff) in un ispettore di polizia. Azzeccate in parte le interpretazioni, brava la Bray che si impegna a dare vita a un personaggio molto perturbante, ma assolutamente fuori luogo Eva Renzi, già vista precedentemente nel thriller spionistico "Funerale a Berlino" di Guy Hamilton e nel coevo "L'uccello dalle piume di cristallo" nei panni della conturbante e spietata Monica Ranieri. Qui infatti rimane spesso un personaggio fin troppo di secondo piano, che non emerge tanto all'interno della narrazione
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