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La morte risale a ieri sera

Regia di Duccio Tessari vedi scheda film

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La recensione su La morte risale a ieri sera

di daniele64
7 stelle

C' è del marcio a Milano ....

Uno zelante commissario milanese indaga sulla sparizione di una bella ragazza con un grave deficit mentale .... Giorgio Scerbanenco , scrittore italo-russo scomparso prematuramente oltre cinquant' anni fa , è considerato uno dei maestri del romanzo poliziesco italiano . Questo film è ispirato al suo ultimo libro , dall' evocativo titolo di " I milanesi ammazzano al sabato " , e vede protagonista il personaggio più noto creato da Scerbanenco , Duca Lamberti . In quegli stessi anni altre due pellicole racconteranno altre indagini di questo particolare investigatore , interpretato però sempre da attori differenti . La vicenda è più noir che gialla ed è scandita dai ritmi lenti di una vera indagine poliziesca , che si svolge nel sottobosco delinquenziale meneghino , in quegli anni in cui il Boom economico aveva portato Milano allo status di metropoli , con tutti i pregi ed i difetti conseguenti . In particolare questo delitto è ambientato nel mondo della prostituzione di lusso , che prospera ancora di nascosto ( ma neanche tanto ) nonostante la Legge Merlin . Nel film l' azione vera è contingentata , ridotta ad un paio di momenti , perchè ci si concentra molto di più sulla psicologia dei personaggi .

 

La Morte Risale a Ieri Sera (Film, 1970) - MovieMeter.nl

 

Di conseguenza non si può non empatizzare con l' ostinato ed umanissimo poliziotto interpretato dal bravo e sfortunato Frank Wolff ed anche con il disperato e commovente padre impersonato dall' ottimo Raf Vallone . Nel cast , oltre ad un efficace Gabriele Tinti ed alla bella Eva Renzi , si notano le insolite presenze del famoso play boy emiliano Gigi Rizzi , della starlette giamaicana Beryl Cunningham e del comico e ballerino Jack La Cayenne . La regia è del prolifico autore genovese Duccio Tessari , che dimostra qui di non essere bravo solo a girare Spaghetti Western e si avvale della plumbea fotografia del milanese Lamberto Caimi e della discutibile colonna sonora di Gianni Ferrio , che svaria dal jazz allo psichedelico , con tanto di due canzoni di Mina . Un bel film , torbido , malinconico e spietato ma sobrio , con un finale che anticipa il tema della giustizia fai da te , che prenderà piede negli anni successivi . Alla fin fine per me vale tranquillamente un bel 7 .

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