Regia di Stephan Elliott vedi scheda film
Il giovane inglese David sta per sposarsi con la dolce australiana Mia: gli unici invitati del ragazzo, orfano da tempo, sono Tom, Graham e Luke, tre fraterni e squinternatissimi amici che partono per gli antipodi con i migliori propositi... e finiscono per devastare con una serie di strambi incidenti la festa di matrimonio organizzata dal padre della sposa, un autoritario politico conservatore. La struttura è quella, ormai invero abusatissima, del classico "Hollywood Party", con l'evento formale ribaltato in caos dall'imbranataggine di alcuni incursori, che già era stata evidente fonte d'ispirazione per "Funeral Party" e per il suo clone americano "Il funerale è servito", entrambi sceneggiati, guarda caso, da Dean Craig, lo stesso autore di "Tre Uomini e una pecora". Il risultato, in questo caso, non è ovviamente in alcun modo paragonabile allo splendido capostipite ma, purtroppo, nemmeno allo spassoso "Funeral Party": "Tre uomini è una pecora" può contare su qualche gag abbastanza divertente, ma il ritmo, assai blando, procede a strappi, in maniera fastidiosamente diseguale, e gli attori sono tutti (con l'unica eccezione del montone Ramsey) di un'antipatia unica. Il quadro d'insieme non è migliorato da un incomprensibile profluvio di caramellose cartoline australiane dai colori caldi che, confrontate con gli eccessi cromatici del piacevolissimo ed innovatore "Priscilla", diretto da Stephan Elliott nell'ormai lontano 1994, lasciano quantomeno perplessi sull'evoluzione del cinema del regista australiano. Due stelle.
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