Regia di Jean-Pierre Améris vedi scheda film
Lui e lei, proprietario e dipendente di una piccola fabbrica di cioccolato, hanno una paura patologica dei rapporti umani: lui è in cura da uno psicologo (“Con le donne non ho problemi: mi terrorizzano, ecco tutto”), lei partecipa alle sedute di un gruppo di autoanalisi. La fabbrica rischia di chiudere: lei ha il tocco magico, ma non il coraggio di usarlo se non nascondendosi dietro la figura di un fantomatico eremita. Come andrà a finire lo capiamo subito, ma il finale si ravviva con una divertente rivisitazione de Il laureato. Garbata commedia sentimentale, che non vuole essere nulla più di ciò che è. Difficile immedesimarsi in due personaggi così al limite, ma ci si diverte abbastanza a seguire le loro strampalate avventure (tipo: fare una passeggiata sotto la pioggia battente per rimandare il momento in cui si dovrà condividere una camera matrimoniale in albergo). Come protagonista femminile sarebbe stato opportuno scegliere un’attrice meno carina di Isabelle Carré e più adeguata al suo partner, sebbene il truccatore faccia il possibile per renderla insignificante: per esempio una Audrey Tautou, che è abbonata a ruoli simili.
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