Regia di Andrea Segre vedi scheda film
Li è una giovane donna cinese emigrata in Italia. L’organizzazione che le ha pagato il viaggio ed il permesso di soggiorno la tiene n condizioni molto vicine alla schiavitù. Dovrà lavorare quanto basta per ripagare il debito e permettersi di poter far venire il figlio di 8 anni al quale scrive regolarmente lettere e poesie.
Da Roma viene traferita a Chioggia per lavorare in un bar frequentato per lo più dai pescatori locali. Uno di questi, Bepi, riuscirà ad entrare in confidenza con Li, scatenando il chiacchiericcio dei locali e le conseguenze dell’organizzazione cinese che controlla Li.
Io sono Li di Andrea Segre è un film che mi è piaciuto molto. Vista da una prospettiva insolita l’ambientazione di Chioggia accompagna bene i versi dell’antico poeta cinese che fanno da filo conduttore del film. Tra l’altro gli stessi veri usati da Battiato in un suo album.
E’ un film sull’amore, e sulle culture che possono essere vicine o molto lontane a seconda del linguaggio che si parla. La giovane donna cinese, e l’anziano uomo croato hanno in comune la condizione di migranti, il silenzio e la solitudine proprie della loro condizione. E amano la poesia, che li collega alla malinconia degli affetti che sono per entrambi lontani. Quando parlano il linguaggio dei sentimenti anche due persone, due culture, così lontane possono entrare in un contatto profondo e il sentimento di amore che li avvicina è puro, delicato, con l’unica necessità della comprensione e della condivisione. Anche quando il pregiudizio culturale li allontanerà, il sentimento resterà intatto.
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