Regia di Andrea Segre vedi scheda film
Giovane cinese immigrata nella periferia romana, dove cuce vestiti in un laboratorio sotterraneo, Li (Zhao Tao) viene inviata dal suo “padrone” come barista a Chioggia, tra nebbie e maree, in un’osteria affacciata sul canale. Come Li – anche se integrato in Italia da anni – è straniero anche il pescatore slavo Bepi, detto “il Poeta” (Rade Sherbedgia). La comunicazione tra i due è tenera, incomprensibile per le altre veraci “mosche da bar” del cast indovinatissimo: Marco Paolini (Coppe), anche coproduttore, Roberto Citran (l’Avvocato) e un triviale Giuseppe Battiston (Devis). Figure di un sottobosco chioggiotto delineato con (auto)ironia dalla sceneggiatura del regista e di Marco Pettenello, che isola i due straordinari protagonisti in una bolla di poesia e amara solitudine. Il padovano Andrea Segre, classe 1976, viene da un corposo percorso documentaristico, concentrato sul Veneto, regione d’origine, e sui movimenti migratori in Italia ed Europa (da Marghera Canale Nord ad A Sud di Lampedusa, da cui il libro omonimo di Stefano Liberti). In questo suo felice debutto nel cinema di finzione, distribuito dalla neonata società padovana Parthenos, affronta l’immigrazione con piglio diretto, senza pietismi, dimostrando sicurezza di regia e dimestichezza con gli attori. Luca Bigazzi conquista gli occhi e il cuore fotografando una laguna che rievoca paesaggi asiatici. Cinema lirico, ma anche di sostanza.
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