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io sono Li

Regia di Andrea Segre vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su io sono Li

di maghella
8 stelle

La dolce Shun Li festeggia la festa del grande poeta cinese Qu Yuan in una vasca da bagno, lontanissima dalla sua Cina, da suo figlio, con alle spalle un volgare coinquilino che le piscia nella tazza di wc di un bagno condiviso con più persone...eppure Shun Li difende le sue candele accese con una mano, e porta avanti una antica tradizione del suo paese, recitando alcuni versi di una poesia del grande poeta. Questa la prima scena di un film molto bello, poetico e struggente, la storia di una giovane donna, che arrivata in Italia, paga il suo debito per il viaggio e il permesso di soggiorno ad un fantomatico “capo”, che decide la sua sorte di “schiava” facendola lavorare come operaia tessile in aziende, fino a quando non riceverà la “notizia”, ovvero quando potrà finalmente farsi raggiungere dal figlioletto (al quale scrive lunghe lettere) e potrà finalmente cominciare una nuova vita.

 

A Shun Li viene detto di recarsi a Chioggia, per lavorare in un nuovo bar-osteria, qui la donna con molta difficoltà cerca di imparare un lavoro mai fatto e di interagire e capire quegli strani uomini che parlano e fanno allusioni per lei incomprensibili. Gli avventori del bar prima con diffidenza, poi con simpatia accettano questa piccola e curiosa donna, che accetta con una nota di tristezza le piccole prese di giro che le fanno. Un signore anziano, Pepi, vecchio pescatore del posto, anche lui straniero di Pola, anche se a Chioggia da trent'anni, instaura da subito un linguaggio particolare con Li, un fragile legame di due stranieri soli, che li rende complici e partecipi di una lingua capibile solo da loro due: la lingua degli “esclusi”. Così due solitari trovano quel poco di calore in una confidenza, in una poesia condivisa, in un tenero abbraccio, in un segreto svelato a denti stretti.

 

La laguna intorno fa da cornice perfetta, protagonista davvero eccellente, per raccontare uno stato d'animo che aleggia in tutto il film: la precarietà, la solitudine e il disagio.

Il cinese e il dialetto veneto sono entrambi incomprensibili, due mondi lontanissimi e diffidenti, e molto divertenti sono le battute su Marco Polo che avrebbe insegnato ai cinesi e agli Slavi a cucinare il pesce, come a cercare invano un collante punto di incontro tra due mondi molto differenti.

 

L'amicizia particolare tra Pepi (che come soprannome ha proprio “Il Poeta”) e Li non passa inosservata, né tra gli amici italiani dell'uomo, che subito fanno allusioni su come certe donne cinesi vogliano solo incastrare con matrimoni capestro certi sprovveduti anziani, né tra i cinesi, che non vedono di buon occhio le amicizie promiscue che fanno puntare gli occhi di tutti sui loro affari, così a Li viene proibito di parlare a Pepi, pena ricominciare a pagare il proprio debito da capo.

 

Con molta sofferenza Li dice a Pepi che non potrà più essere sua amica, Pepi capisce il motivo che porta la sua amica ad allontanarsi da lui, ma a quel punto la tristezza e l'ingiustizia lo rendono impotente e deluso, che deciderà di lasciarsi morire più solo che mai.

 

Quando Li avrà raggiunto il suo scopo, quando finalmente grazie al pagamento del debito da parte di “qualcuno” verrà raggiunta dal suo bambino, subito cerca di ritrovare chi le era stato vicino in modo disinteressato...Ma Pepi non c'è più, le ha lasciato tutto quello che aveva, ovvero un derelitto di casone nella laguna e una piccola lettera, commovente. Come una enorme candela di omaggio al Poeta Pepi, il casone brucerà per mano di Li nella laguna.

 

Film dolcissimo, originale, che tratta un tema delicato in modo del tutto nuovo, senza polemiche, senza patetici risvolti, ma utilizzando i volti molto veri dei protagonisti, i dialetti, le luci fredde e una poetica sottile, comprensibile da tutti. Ottima la produzione, gli attori tutti molto bravi, curati i lati psicologici anche di chi dice solo un paio di battute, un film dove non viene lasciato nulla all'immaginazione, dove si potrebbe creare una storia su ogni personaggio che viene anche solo accennato nella trama, questo rende il tutto molto credibile e accettabile, finalmente l'uso dei caratteristi come veri e propri attori, non solo di contorno.

Ultima riflessione su come viene raccontata una storia anomala di un'amicizia nata per caso, nata in una circostanza molto improbabile...eppure possibile: quando due solitari si riconoscono, cominciano a parlare una lingua che rimane comprensibile solo per loro, rinunciare a un tale privilegio può portare per alcuni alla follia, alla morte interiore, per Pepi è stato così, eppure con un atto di amore incredibile ha compreso la sua amica donandole la cosa che più voleva e rendendola nuovamente libera.

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