Regia di Ousama Rawi vedi scheda film
Vidi questo film molti anni fa, alla tv, una sera in cucina, con mio padre. Lo vedemmo inizialmente in maniera distratta, mentre si sparecchiava, tra una chiacchiera e l’altra. Poi ci ritrovammo assorti nella storia particolare, che evidenziava una tematica che all’epoca non era molto trattata, quella dell’analfabetismo dovuto alla dislessia.
Per gli amanti del genere B-Movie, consiglio questa piccola perla. “La morte non sa leggere” è un film tratto dal romanzo omonimo della scrittrice inglese Ruth Rendell, scritto una decina di anni prima rispetto al film, che ha ispirato successivamente il più famoso film di Chabrol “Il buio nella mente” del 1995.
Eunice è una giovane donna inglese analfabeta per gravi problemi di dislessia mai risolti. Le prime immagini ce la mostrano adolescente che balbetta frasi sconclusionate davanti ai compagni di scuola che la prendono in giro con filastrocche fatte su misura per evidenziare i suoi disagi. Più adulta, vive isolata in casa, unico luogo in cui si sente sicura, nonostante si debba prendere cura di un padre volgare che non perde occasione per umiliarla, trattandola da incapace e ritardata. Quando Eunice si vede nuovamente costretta dal padre a frequentare una scuola serale, lo uccide soffocandolo con un cuscino.
Per sopravvivere Eunice dovrà ora affrontare per la prima volta il mondo, nascondendo il suo grave handicap, decide così (aiutata da una zia) di andare in America per fare la domestica in casa di una famiglia benestante.
La famiglia Coverdale accoglie di buon grado la nuova cameriera, facendo di tutto per farla sentire a proprio agio: Eunice ha una camera molto bella, una televisione tutta per sé ed è finalmente apprezzata per le sue doti culinarie e di brava domestica. Peccato che però non mette al corrente i suoi datori del suo analfabetismo, che Eunice continua a vivere con vergogna, iniziano perciò le prime bugie per nascondere alcune mancanze dovute alla lettura di una lista della spesa o per alcuni biglietti lasciati a promemoria per le faccende da sbrigare. Eunice inizialmente riesce a cavarsela mentendo su una ipotetica perdita degli occhiali da vista, ma in seguito dovrà arrivare a ricattare i giovani figli dei Coverdale purché la lascino stare. Durante una breve vacanza della famiglia, Eunice rimane sola in casa, in preda all’ansia per i troppi biglietti lasciati per lei dai padroni di casa per le incombenze domestiche, entra in crisi ed iniziano incubi e visioni macabre. Unica sua consolazione è l’amicizia di Joan, la commessa dello spaccio e dell’ufficio postale del paese. La nuova amica di Eunice è una ex prostituta, che ha trovato in una fede religiosa fanatica la sua àncora di salvezza. Joan odia George, il capofamiglia dei Coverdale, gelosa per il suo stato sociale e per l’atteggiamento troppo snob che ha nei suoi riguardi, cerca così di influenzare Eunice nei suoi atteggiamenti, trascinandola alle riunioni in chiesa.
Una volta tornati a casa dalla vacanza, la famiglia capisce che Eunice non ha fatto niente di quello che avevano lasciato scritto e ben presto si rendono conto del suo analfabetismo, decidendo così di licenziarla. Eunice e Joan vivono questa nuova situazione come un segnale divino, e decidono di compiere una pulizia per mano del Signore, proclamandosi loro stesse angeli sterminatori. Il finale evidenzia come l’analfabetismo di Eunice l’abbia resa più attenta ad altri particolari che a chi sa leggere i codici grammaticali consueti possano essere sfuggiti, diventando così la più scaltra tra le 2 criminali, riesce a compiere una carneficina.
Il film è diretto da Ousama Rawi, solitamente direttore della fotografia e all’epoca marito di Rita Tushingham, la protagonista assoluta del film. Il regista, forse troppo inesperto per poter avere un occhio più deciso nella regia, sembra che punti tutto sull’aspetto psicologico delle protagoniste, cercando di osare anche su alcuni effetti speciali che il tempo ha reso decisamente datati, ma che oggi suscitano un sapore da vecchio libro illustrato. Ottima l’interpretazione della Tushingham, attrice inglese, specializzata in personaggi border line, che qui riesce a monopolizzare tutto il racconto mantenendo la freddezza necessaria per rendere Eunice una folle lucida. Molto (ma molto) brava Jackie Burroughs, attrice solitamente di film per la tv o di serie televisive, in questo ruolo riesce a cogliere e a mostrare quella che è la parte frustrata di Joan, che è poi l’aspetto che lega le donne inizialmente in un’amicizia stravagante, successivamente le unisce per attuare un piano vendicativo verso la società che le ha sempre rifiutate e umiliate.
Note personali
Vidi questo film molti anni fa, alla televisione, una sera in cucina, con mio padre. Lo vedemmo inizialmente in maniera distratta, mentre si sparecchiava, tra una chiacchiera e l’altra. Poi ci ritrovammo assorti nella storia particolare, che evidenziava una tematica che all’epoca non era molto trattata, quella dell’analfabetismo dovuto alla dislessia.
Quando in seguito vidi al cinema il film di Chabrol, mi venne subito in mente che io quella storia l’avevo già vista e per molti anni andai alla ricerca del film in questione di cui però non sapevo il titolo e non ricordavo i nomi dei protagonisti. Con sorpresa, per caso, ho trovato su Youtube il film, e con piacere lo consiglio agli appassionati del genere.
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